Vicinanza e tenerezza, prima cura per il malato

L’11 febbraio ricorre la Giornata Mondiale del Malato. Quanto è urgente assicurare a tutte le persone del mondo l’accesso alle cure! Garantire l’assistenza alle persone ammalate, eliminare le disuguaglianze, ridistribuire le risorse. Il diritto alla salute è una componente fondamentale dei diritti umani, la base per una vita dignitosa, e a maggior ragione lo è il diritto alla salute nei paesi poveri.

Il godimento del più alto livello di salute raggiungibile è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, credo politico, condizione economica o sociale” recita la Costituzione del 1946 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Curare il malato prendendosi cura delle sue relazioni

«Non è bene che l’uomo sia solo». Curare il malato curando le relazioni è il messaggio scelto da papa Francesco per la 32a Giornata Mondiale del Malato. Non è bene che l’uomo sia solo, afferma Dio nella creazione, svelando il suo progetto per l’umanità. L’isolamento – con Dio, con se stessi, con l’altro, col creato – è responsabile della perdita di significato dell’esistenza, toglie la gioia dell’amore. La solitudine, così come l’abbiamo sperimentata durante la pandemia, si vive nell’abbandono, sperimentato soprattutto nel tempo dell’anzianità, frutto della cultura dell’individualismo. Si vive nelle situazioni di guerra, che il papa definisce “la più terribile delle malattie sociali”, quando viene meno il sostegno e l’assistenza alle persone.

La prima cura di cui abbiamo bisogno nella malattia è la vicinanza piena di compassione e di tenerezza – afferma papa Francesco – Per questo, prendersi cura del malato significa anzitutto prendersi cura delle sue relazioni, di tutte le sue relazioni”.

E conclude invitando noi cristiani a prenderci cura di chi soffre ed è solo, ad adottare lo sguardo compassionevole di Gesù. E a chi sta vivendo la malattia dice: “non abbiate vergogna del vostro desiderio di vicinanza e di tenerezza! Non nascondetelo e non pensate mai di essere un peso per gli altri”.

Cambiamenti climatici e nuove malattie

Si è constatato negli ultimi anni che lo sfruttamento degli ecosistemi, la perdita di biodiversità e suolo, il cambiamento climatico stanno aumentando il rischio di zoonosi, ovvero malattie trasmesse direttamente o indirettamente da animali, zanzare e zecche e resistenza antimicrobica. I dati dell’OMS evidenziano come il 75% delle malattie emergenti dell’uomo, riconosciute negli ultimi decenni, abbiano un’origine zoonotica, quali Ebola, Aids, influenza aviaria e Covid-19.

Per questo le organizzazioni delle Nazioni Unite hanno messo in campo, nel dicembre 2023, One Health (OH): un approccio integrato che cerca di ottimizzare la salute delle persone, degli animali, delle piante e degli ecosistemi, tramite il coinvolgimento di diversi settori, discipline e attori, per prevenire e affrontare eventuali minacce per la salute.

Si tratta di un piano congiunto che coinvolge: l’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS, l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura FAO, il Programma per l’Ambiente UNEP e l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale WOAH.

Partire dall’assistenza sanitaria di base

Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” è anche l’obiettivo numero 3 dell’Agenda 2030. Non c’è sviluppo sostenibile, infatti, senza garanzia di una vita sana per tutti. Sono stati fatti progressi per quanto riguarda l’aumento dell’aspettativa di vita e la riduzione di alcune delle cause di morte più comuni, legate in particolare alla mortalità infantile e materna, come si legge nell’Agenda. Sono stati compiuti progressi nell’accesso all’acqua pulita e all’igiene, nella riduzione di malaria, tubercolosi, poliomielite e della diffusione dell’HIV/AIDS. Nonostante ciò, sono necessari ancora molti altri sforzi in questo campo.

Sul traguardo di garantire la copertura sanitaria universale per tutti, un rapporto pubblicato da Organizzazione Mondiale della Sanità e Banca Mondiale ha evidenziato che oltre 4,5 miliardi di persone in tutto il mondo, metà della popolazione globale, non ha una copertura per i servizi sanitari essenziali e due miliardi di persone si trova in grave difficoltà a pagare le cure mediche necessarie.

Fondamentale a questo proposito è l’assistenza sanitaria di base, focus scelto anche dall’OMS nel 2023, in occasione del suo 75mo anniversario. Entro il 2030 si prevede un deficit globale di 10 milioni di operatori sanitari, di cui 6,1 in Africa. Continente che sopporta tra l’altro il 25% del carico di malattie a livello mondiale, ma ha solo il 3% della forza lavoro per affrontarlo. Secondo l’OMS, nel continente ci sono solo 1,5 operatori sanitari (medici, infermieri e ostetriche) per ogni 1.000 persone – molto al di sotto della soglia di 4,45 operatori sanitari ogni 1.000 persone necessaria per fornire servizi sanitari essenziali.

Brasile, dalla farmacia popolare al fondo per medicinali salva-vita

La salute è in primo piano in alcuni dei progetti missionari della nostra Diocesi scelti per la Quaresima 2024.

In Brasile, nello Stato di Roraima si continua a vivere una situazione di crisi economica frutto della situazione politica ereditata dal governo precedente. Forti disagi e problematiche in relazione all’assistenza sanitaria colpiscono in particolare le persone di media e alta vulnerabilità e la fascia dei migranti. Molte volte i medici delle Unità di terapia intensiva e delle Emergenze dei posti di salute e dell’Ospedale generale dello Stato di Roraima hanno chiesto aiuto alla Caritas diocesana perché sono rimasti senza materiale medico-sanitario.

Per questo la Chiesa cattolica di Roraima si è attivata per creare un fondo per l’acquisizione di medicinali salva-vita, materiale medico-sanitario per operazioni chirurgiche e per portatori di handicap fisici.

Inoltre si vuole promuovere una “farmacia popolare”. Qui anche le persone più povere e di basso reddito possono ottenere a basso costo o gratis i farmaci prescritti per le loro patologie. Infine si vuole andare incontro soprattutto alle necessità della popolazione più vulnerabile, brasiliani e non, soprattutto in situazione di migrazione forzata.

Assistenza ad ammalati e anziani in Thailandia

Per la Thailandia si promuove il progetto di assistenza agli anziani e agli ammalati, parte ordinaria dell’opera sociale della Missione Maria Regina della Pace seguita da don Bruno Rossi. Qui la popolazione, soprattutto le fasce più deboli, non è assistita da un piano assistenziale governativo sufficiente a garantire le necessità di base. Gli anziani ricevono un piccolo sussidio statale di 14 euro al mese e la sanità garantisce da diversi anni una assistenza quasi gratuita per quel che riguarda gli interventi di base. Quello che manca però è una presenza capillare nel territorio. Spesso l’assistenza è delegata alla buona volontà degli abitanti dei villaggi e alle famiglie.

Molti giovani inoltre scelgono di spostarsi nelle città o all’estero per andare a lavorare in contesti più redditizi o nelle fabbriche. Questo porta che molti anziani si trovino a casa da soli e in caso di malattia, è difficile trovare chi li assista o che li porti in ospedale, dal momento che i presidi più vicini sono a più di 10/30 km dai villaggi su strade spesso dissestate dalla pioggia.

Ecco perché il progetto di assistenza prevede un aiuto diversificato a seconda dei contesti e delle realtà. A volte si tratta di portare dei beni alimentari o di prima necessità, a volte invece semplicemente di portare una parola di conforto e passare un po’ di tempo con loro. Per quel che riguarda gli ammalati a volte la parrocchia dà l’ospitalità per accedere alle cure del vicino ospedale, oppure si organizza per il trasporto da casa assieme a dei volontari. Qualche volta è necessario anche un intervento di aiuto economico per far fronte ad alcuni problemi concreti.

A cura di Elena Cogo


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