Pace, armi e cura

“Misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo”.

Recita così il Salmo 85 dal quale è stato scelto il tema per l’Arena di Pace 2024 che si terrà a Verona il prossimo 18 maggio: Giustizia e pace si baceranno”. Sono questi i frutti del perdono che viene da Dio, i frutti della riconciliazione tra Dio e l’umanità.

Promosso da Diocesi di Verona e Nigrizia, Missione oggi, Mosaico di pace, Aggiornamenti sociali e Avvenire, l’evento prende ispirazione dal drammatico scenario mondiale e dall’urgenza di interrogarsi in modo serio su come costruire la pace oggi. Sabato 18 maggio è atteso anche papa Francesco per incontrare e dialogare con le diverse realtà della società civile, dell’associazionismo e dei movimenti popolari presenti in Italia.

L’impegno per la pace viene declinato in diversi settori, in particolare sono stati individuati 5 ambiti che saranno oggetto di approfondimento di altrettanti convegni: disarmo; ambiente; migrazioni; lavoro, economia e finanza; democrazia e diritti.

  • Disarmo_ la nonviolenza è lo stile di una politica di pace e deve guidare concretamente i rapporti interpersonali, sociali e internazionali. Occorre lasciarsi cambiare il cuore, pensarsi parte di una comunità, aperti alla fraternità universale.
  • Ambiente_ la salvaguardia del creato, il rispetto della casa comune, lo sfruttamento delle risorse naturali sono questioni strettamente connesse al tema della pace: è fondamentale stabilire una relazione pacifica anche tra le comunità e la terra.
  • Migrazioni_ si tratta di accogliere l’altro mettendo in circolo una catena di aiuti e di benevolenza, un impegno concreto per gestire responsabilmente situazioni complesse che chiedono il nostro coinvolgimento.
  • Lavoro, economia e finanza_ il lavoro è la base su cui costruire giustizia e solidarietà in ogni comunità, occorre raggiungere uno sviluppo integrale e solidale per la promozione di ogni uomo, anche attraverso la costruzione di un più giusto sistema economico.
  • Democrazia e diritti_ la promozione dei diritti dell’uomo è fondamentale per la pace, senza diritti non può esserci convivenza pacifica: è questo il compito della buona politica, la cui forza motrice sta nell’incontro e nel dialogo fra le generazioni, unite in un legame di fiducia e di riconoscenza reciproca.

Paesi esportatori di armi: l’Italia al 6° posto nel mondo

Parlando di pace e di disarmo, viene naturale andare a vedere com’è la situazione attuale nel mondo a proposito del commercio delle armi. Proprio lo scorso marzo sono stati diffusi i dati sui flussi di trasferimento di armi nel mondo del rapporto annuale del Sipri, l’Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma. La fonte, tra le più autorevoli in materia, ha comparato i dati del quinquennio 2019-2023 rispetto al 2014-2018.

Cominciamo subito col segnalare il triste primato dell’Italia che vanta la crescita più alta in assoluto: al sesto posto tra i Paesi esportatori di armi nel mondo con un +86% rispetto al quinquennio precedente. Dove vanno le nostre armi italiane? Il 71% viene venduto in Medio Oriente a Qatar, Egitto e Kuwait. Ma siamo anche il secondo esportatore in Turchia e il terzo in Israele.

I cinque maggiori Paesi esportatori che ci precedono sono: Stati Uniti (+17%), Francia (+47%) che supera la Russia e diventa secondo esportatore al mondo, Russia (-53%) dal momento che le armi sono impegnate nel conflitto in Ucraina, Cina (-5%) e Germania (-14%).

L’Europa complessivamente ha raddoppiato l’export (+94%); Stati Uniti e Europa occidentale insieme hanno rappresentato il 72% del totale delle esportazioni di armi nel mondo.

Parlando di Paesi importatori di armi, escludendo l’Ucraina che in seguito al conflitto è al primo posto in Europa e al quarto nel mondo, i principali sono: India, Arabia Saudita, Qatar e Pakistan (+43%). Asia e Oceania hanno rappresentato il 37% di tutte le importazioni, da segnalare inoltre la crescita dell’import del Giappone (+155%). In Africa infine le importazioni sono diminuite del 52%.

Il disarmo e la cultura della cura

Proprio nell’ambito del disarmo, l’Arena di Pace 2024 rilancia la “cultura della cura” tanto invocata da papa Francesco. La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace. “Non possiamo più pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali – si legge nella presentazione dell’Arena di Pace 2024 – ma dobbiamo pensarci alla luce del bene comune, con un senso comunitario. Ovvero come un “noi”. È l’ora di impegnarci tutti seriamente per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta, alla ricerca di un bene che sia davvero comune”.

Adesso è il tempo della cura” è il titolo di una riflessione di Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace e della marcia PerugiAssisi, che trae spunto dalla poesia “Adesso” di Mariangela Gualtieri. “Le cose sono due: l’indifferenza o la cura – afferma Lotti – Tutto il resto è menzogna o ipocrisia. O te ne freghi, alzi le spalle, ti giri dall’altra parte, fingi di non sentire, pensi solo agli affari tuoi. Oppure ti prendi cura di te e degli altri, della tua vita ma anche di quella degli altri, di chi ti vuole bene ma anche di chi ha bisogno di aiuto, della tua casa ma anche della casa comune, delle persone ma anche di tutti altri gli esseri viventi. Domandiamoci: ma io, da che parte sto? Tra gli indifferenti o tra quelli che si prendono cura?” E continua: “La cura è la via della pace perché ci rende tutti protagonisti, costruttori di pace. Perché costa fatica ma ci restituisce immediatamente felicità. Perché, al contrario di tanti discorsi, cambia le cose, trasforma il dolore e la solitudine in felicità. Della cura abbiamo bisogno come della felicità”.

Diremo io o noi? E quanto grande il noi quanto popolato?

Che delicata mano ci vuole ora, e che passo leggero,

e mente acuta, pensiero spalancato al bene. Studiamo.

Impariamo dal fiore, dall’albero piantato, da chi vola.

Hanno una grazia che noi dimentichiamo.

Cura d’ogni cosa, non solo dell’umano.

Tutto ci tiene in vita. Tutto fa di noi quello che siamo.

dalla poesia “Adesso” di Mariangela Gualtieri

Per approfondire: www.arenadipace.it

 

A cura di Elena Cogo