Sono oltre un milione e mezzo le persone colpite e centinaia le vittime e i dispersi del Ciclone Idai, che ha colpito in questi ultimi giorni il Mozambico, Zimbabwe e Malawi. Il ciclone, classificato di categoria 4. Ci sarebbero decine di migliaia di persone isolate e sfollate a causa delle strade interrotte e dei ponti crollati. Questo, nelle aree rurali più povere ed isolare. Le piogge torrenziali portate dal ciclone hanno causato danni molto pesanti, con alluvioni, frane, case scoperchiate, linee dell’elettricità e del telefono fuori servizio. L’emergenza principale è la mancanza di acqua e di elettricità. Una delle crisi che rischia di scoppiare è quella del colera e del morbillo.
Tra le città più colpite c’è Beira, città portuale del Mozambico, distrutta per il 90% e su cui graveranno anche i bisogni di tutta la regione circostante, non ancora stimabili. Riportiamo di seguito una testimonianza di Mons. Claudio Dalla Zuanna, Dehoniano di origine padovana, arcivescovo di Beira:
Carissimi amici, Ieri per la prima volta sono riuscito ad avere accesso alla posta elettronica e a whatsapp. Ho trovato molti messaggi vostri e sono riuscito ad inviare una prima informazione. Qualcuno vedendomi online ha cercato di chiamare, ma non ho potuto rispondere, a qualcuno forse ho inviato due volte lo stesso messaggio, non è stato semplice smistare il tutto in piedi e con una linea telefonica instabile. Una delle tre operatrici telefoniche del paese ha installato un punto mobile all’aeroporto dove tutti quelli che usano quella operatrice possono avere accesso, vi lascio immaginare la gente con il telefono in mano a tentare di contattare parenti ed amici. Per fortuna che non sono italiani altrimenti il movimento delle mani che di solito noi facciamo quando parliamo, potrebbe aver provocato qualche incidente. Promettono di ristabilire brevemente la comunicazione anche in città, ma per il momento, senza energia elettrica, con antenne e pali della luce caduti, sarà difficile avere una certa regolarità. Quindi…pazienza!
Abbiamo istituito una commissione diocesana per gestire l’emergenza. Riuniamo tutti i giorni a un’ora combinata non essendoci la possibilità di contattarci, anche se ci sarebbe bisogno di ritrovarsi più frequentemente per prendere decisioni rapide. Vari di voi manifestano il desiderio di aiutarci, grazie. In questo momento però non c’è molto che si possa fare in loco.
Attraverso la Caritas abbiamo già una prima risposta in generi di prima necessità, qualcuno ci sta aiutando per le spese urgenti immediate. In questo momento non c’è sul mercato il materiale di costruzione: lamiere, assi e quant’altro per sistemare i tetti. Stiamo aspettando tendoni che dovrebbero essere in arrivo via Caritas nazionale.
Lo stato e le organizzazioni internazionali dovranno fare la loro parte. Il grande lavoro sarà fra uno o due mesi quando si dovrà iniziare la ricostruzione e le luci dell’emergenza si saranno spente. Un’idea potrebbe essere quella di iniziare a creare un fondo per la ricostruzione. Le 25 parrocchie presenti nell’area colpita hanno sofferto tutte dei danni. Alcune delle scuole che la diocesi gestisce, sono completamente scoperchiate.
Case dei preti e uffici parrocchiali esposti alla pioggia che, purtroppo continua a cadere anche se a momenti e non battente. Un grazie a tutti per le manifestazioni di vicinanza e solidarietà.
Beira 20-3-19
p. Claudio