Beira 28 marzo 2019
Carissimi amici, è nostro desiderio condividere con voi i vari passi che stiamo dando e le situazioni nuove che ogni giorno si presentano dentro a questa situazione di emergenza che il ciclone Idai ha creato.
Sulle pagine del giornale oggi è apparsa una notizia allarmante: 5 casi di colera sono stati confermati dalle autorità sanitarie, ma in realtà i casi di diarrea sospetti di colera sono molti di più. Fino ad ora il governo ha tentato di arginare e tenere nel riserbo questa notizia, ma oggi è stata ufficializzata.
La zona di Munhava ha accolto oggi la visita de Presidente della Repubblica Felipe Nyuse venuto per verificare l’andamento di un centro di trattamento del colera. Le cattive condizioni igieniche e della rete fognaria, uniti al consumo di acqua non potabile sono cause associate all’esplosione del fenomeno del colera nella zona di Munhava. La rete sanitaria locale ha promosso una campagna di distribuzione di cloro per il trattamento dell’acqua dei pozzi e del prodotto “certeza” per trattare l’acqua da bere. Si sta sensibilizzando la popolazione in modo che osservi rigorosamente le misure basiche di igiene individuale e collettiva e informando dove possono dirigersi nel caso di manifestazioni diarroiche.
Sono stati montati centri di trattamento dei pazienti affetti da colera nella zona di Munhava, vicino all’ospedale di Macurungo e al Mar Azul – zona Pioneiros. Questi centri sono stati affidati ai Medici senza Frontiere. Ieri sono riusciti a arrivare in città i padri della zona di Buzi fortemente colpita, prima dal ciclone e dopo qualche giorno dalle innondazioni. Oggi ci siamo incontrati con loro e ci hanno descritto il quadro della situazione, davvero triste: le case costruite in forma precaria sono state spazzate via, prima dal ciclone e poi, quelle rimaste, dall’acqua, hanno resistito solo quelle convenzionali in mattoni e cemento, ma tutto è stato allagato perche l’acqua ha raggiunto circa un metro di altezza. Le persone si sono rifugiate sugli alberi, sui tetti di alcune case e, più di mille persone hanno trovato rifugio nella chiesa parrocchiale, rimanendo in situazione precaria e con poco cibo e mancanza di acqua potabile per alcuni giorni.
I padri, che ora si trovano nella città di Beira stanno bene e sono disposti a ritornare nel distretto di Buzi solo chiedono l’appoggio della diocesi e della Caritas per rifornirli di alcuni alimenti e materiali necessari per poter rimanere in mezzo alla gente. Domani lo dedicheremo al recupero di quanto è essenziale e poi faranno ritorno alla parrocchia su una barca perchè la strada non è percorribile. Fino a ieri, quando sono partiti da là, pochissimi aiuti erano arrivati.
La Diocesi, in collaborazione con la Caritas diocesana, ha in progetto di organizzare nel salone della parrocchia un centro di accoglienza per le persone senza tetto garantendo il rifornimento di viveri. La Caritas diocesana continua la sua attività di distribuzione di alimenti: nel distretto di Murraça hanno distribuito pacchi alimentari in collaborazione con le suore del luogo. L’equipe dei volontari ha lavorato a pieno ritmo per preparare i pacchi di alimenti per le famiglie. Già alcune parrocchie sono venute a prenderli: parrocchia di Macuti, Fatima, Cattedrale, Mafambisse e il Centro di Nazarè. Inoltre, sono stati riforniti di alimenti i tre centri di accoglienza seguiti dalla Caritas: Scuola Speciale di Macorungo (488 persone), Scuola di Palmeiras (266 persone), Scuola Sansão Mutemba (330 persone).
Mons. Claudio Dalla Zuanna, vescovo di Beira
COME CONTRIBUIRE:
Per chi vuole devolvere un contributo a favore delle popolazioni colpite dal ciclone “IDAI” in Mozambico può utilizzare il seguente Conto corrente bancario:
BANCA POPOLARE ETICA – Succursale di Padova
IBAN: IT03 H050 1812 1010 0001 5030 208 Conto intestato a: CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO
CAUSALE: Emergenza Mozambico