Non è mai capitato nella storia del centro missionario che la Quaresima di Fraternità fosse vissuta in questo modo: in quarantena, senza le liturgie comunitarie, con la conta dei morti e dei ricoverati, con tanta apprensione per il destino dell’Italia e per quello di tanti paesi poveri. Una sorpresa in negativo, che però presto per molti è divenuta occasione per reggere il colpo in modo creativo, direi pasquale.
Uno dei primi segnali sono state le foto, i video e i messaggi colmi di simpatia che sono giunti dai paesi di missione per incoraggiare l’Italia, così duramente colpita. Ci hanno anche strappato un sorriso quelle frasi ripetute in italiano da gruppi allegri di bambini, quei bambini che non mancano mai nei paesi di missione.
Siamo colpiti dalla dedizione di molti operatori del mondo della sanità e di altre professioni essenziali per tutti; dalla tenacia e creatività dei volontari della solidarietà che non cessa neanche in questa situazione così complessa; dalla generosità delle donazioni; dal sereno coraggio dei tanti missionari oriundi della diocesi che restano là dove sono, a testimoniare che quando vivi l’amicizia con un popolo non te ne vai nel momento del rischio..
Il papa, il nostro vescovo, parroci e diaconi, consacrati e consacrati stanno tessendo canali di dialogo spirituale che spesso toccano il cuore. Molti operatori pastorali si sono “inventati” occasioni digitali per la catechesi, la riflessione biblica, la preghiera, la veglia dei missionari martiri ecc. E in molte case e famiglie “l’angolo bello”, suggerito dal vescovo Claudio, è testimonianza concreta che da battezzati si può e si deve essere responsabili in prima persona del cammino della fede, senza dover trovare tutto preparato e diretto da altri. E così ci sono sembrate molto meno estranee le sofferenze di tante chiese di missione dove si possono vivere i sacramenti solo una o pochissime volte l’anno… Querida Amazonia, l’esortazione post-sinodale del papa, appare in una luce nuova, molto più vicina e famigliare.
Ci sono sicuramente tante domande su quel che sarà, su come saremo, a tutti i livelli.
Ma per ora semplicemente abitiamo con sapienza questo passaggio accogliendo la sorpresa, sia quella che ci ferisce ed inquieta, sia quella che apre il cuore e commuove. Stiamo in questo evento sorprendente con grazia, parola che racchiude in sé almeno due sensi: la bellezza con armonia e delicatezza da una parte e, dall’altra, il dono e la generosità di Dio che sa crear bene là dove non sembrerebbe affatto possibile.
Ne sanno qualcosa le donne della resurrezione, ne sa qualcosa Pietro: «Tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto».
Buona Pasqua a tutti
Don Raffaele ed equipe CMD