Don Stefano Ferraretto, fidei donum in Etiopia ci scrive all’inizio dell’Avvento.
Cari amici, sono qui a scrivervi nuovamente alle soglie dell’inizio dell’Avvento. Innanzitutto, spero siate in salute e mi auguro con tutti voi che questa seconda ondata di contagi possa finire presto e si possa ancora una volta far tesoro di tutto ciò che avete e che stiamo vivendo. Il tempo della prova non è mai piacevole per nessuno e in nessuna parte del mondo, tuttavia nessuno è escluso anzi siamo tutti “sulla stessa barca” e ad affrontare questa tempesta non siamo soli. “Fratelli tutti” è l’inizio dell’ultima enciclica di papa Francesco che ci esorta alla fraternità universale, alla responsabilità universale, alla comunione universale. In questo tempo di ricaduta nella pandemia credo ci si possa ancor più scoraggiare o addirittura disperare, ma non sia così! Sto imparando da questo popolo etiope che proprio quando la prova si fa più dura, l’animo si rafforza e le motivazioni si purificano. Ho di fronte agli occhi il volto e le parole di una donna anziana che in vita sua non ha mai avuto l’occasione di potersi permettere un paio di scarpe e ad un incontro parrocchiale le sue parole sono state: “Sento che voi vi lamentate di tante cose, io non ho mai avuto nulla dalla vita, ma nel cuore ho la pace che mi viene dalla preghiera e questo mi basta!”. La trasparenza e la limpidezza di queste parole mi hanno lasciato senza fiato e mi hanno fatto pensare molto a ciò che è veramente essenziale nella mia vita.
Esempi come questi ti toccano il cuore e ti danno una forza enorme. Mi piacerebbe che quella pace nel cuore di Ada Burtè, il nome di quella donna anziana, potesse diventare la nostra pace, la pace che tutti voi possiate custodire in questo tempo di Avvento, tempo dell’attesa, tempo della gioia. Si tempo della gioia, perché il dono dell’incarnazione del Figlio di Dio si rinnova ogni anno e ci scuote dal torpore che spesso ci rallenta. Non lasciamoci portare via la gioia di attendere ancora la venuta del Signore, non permettiamo a nessuna prova di oscurarci il cuore, non lasciamoci vincere dalla solitudine e dalla tristezza!!!
La situazione di questa grande terra, l’Etiopia, è divenuta dallo scorso 4 novembre 2020 alquanto preoccupante: nella regione più a nord, il Tigray, sono iniziati forti scontri militari tra le truppe federali e l’esercito regionale guidato dal partito al comando TPLF (Tigray People Liberation Front). Il motivo di questo sconto è complesso perchè risale ai lunghi anni in cui il popolo tigrino è stato alla guida dell’Etiopia accumulando grandi risorse per sé senza fare il bene di tutti. Dallo scorso 2018, dopo forti proteste specie nella regione Oromia, dov’è la nostra missione, alla guida del governo federale è salito il rappresentante di un’altra etnia, quella oromo, e questo ha dato inizio ai molti tentativi di destabilizzazione e rovesciamento del governo stesso da parte dei tigrini. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le elezioni che lo scorso settembre la regione Tigray ha fatto senza il permesso del governo federale dichiarando il governo etiope illegittimo. Da quel momento le tensioni sono divenute molto forti e non c’è più stata occasione di un dialogo tra le due parti. Questo a grandi linee quello che siamo riusciti a capire di questa intricata vicenda. Ora il governo federale sta cercando di instaurare nella regione Tigray una nuova amministrazione che possa collaborare con la federazione etiope, ma purtroppo è intervenuto militarmente.
Vi ho raccontato tutto questo perché questo tempo di Avvento possa essere un tempo di intensa preghiera per il dono della pace e fraternità, perché possiate guardare con attenzione al mondo, a questo mondo ammalato non solo di corona virus, ma ancor più di invidia, rabbia, ingiustizia, violenza. Gesù è il Principe della Pace, quella vera che il mondo non può dare, ma che solo lui riversa nei cuori di coloro che credono in Lui e sono segno di misericordia e riconciliazione. Pregate con noi che possa esserci pace qui in Etiopia e nel mondo intero. Il Signore vi custodisca e vi doni la sua pace!
don Stefano