Le Giornate di formazione e spiritualità missionaria di Assisi introducono all’animazione missionaria del nuovo anno pastorale e della prossima Giornata Missionaria Mondiale 2017, che avrà come tema: “La messe è molta. Ma noi cosa vediamo?”. Sono aperte a tutte le persone impegnate nella missione e / o nell’animazione missionaria.
La messe è molta!
Gesù vedeva cose che gli altri non vedevano. E non soltanto i suoi avversari, spesso accecati da presunzione e pregiudizi, ma anche i suoi discepoli. Gesù guarda e in Simone, povero pescatore, vede la Roccia sulla quale fonderà la sua comunità; Gesù guarda, e in Giovanni indovina il discepolo delle più belle parole d’amore. Un giorno guarderà l’adultera e risveglierà in lei la sposa, amante e fedele; guarda la vedova nel tempio, e vede la grandezza del suo invisibile gesto; guarda Zaccheo, e indovina, nascosta nel cuore, la sua voglia di cambiare vita; in Nicodemo, uomo delle paure, nascerà il coraggioso che non teme di presentarsi a Pilato per reclamare il corpo del giustiziato… Sempre Gesù vedeva più profondo e più lontano, e mai ha smesso di educare lo sguardo di chi lo seguiva. Oggi il suo vangelo non si stanca di educare il nostro, perché anche noi fatichiamo a vedere quello che Lui vede, e come Lui vede. Per questo le Giornate di Assisi saranno un “lavorio” sullo sguardo, affinché sia più evangelico, più ampio, più innamorato della vita e del Regno che la abita. Relatori, riflessioni e laboratori biblici aiuteranno a chiarire le nostre “visioni”.
Facilmente ci accorgeremo che alcune sono solo nostre, e ci renderemo conto che altre sono più vicine al cuore profondo della realtà. Di bellissime realtà che erano lì da chissà quanto tempo, e noi non le vedevamo!
Ma noi cosa vediamo?
Ad ascoltare Gesù, la messe è sempre molta. Perché allora a noi sembra che il buon grano sia spesso troppo poco, quando non del tutto assente? Spesso le cose vanno così: noi siamo infastiditi da persone confuse e petulanti, Lui legge bisogni e ne ha compassione; noi vediamo gente curiosa e invadente, Lui accoglie l’anelito di una messe matura; noi vediamo la fatica apostolica come una sconfitta, Lui continua a ripeterci che lì, proprio lì e non altrove, ha un popolo numeroso; noi saremmo quasi decisi a lasciar perdere per troppa semente sprecata, Lui ci invita a seminare ancora, e ancora, con maggior generosità… È mai possibile, infatti, che il vasto mondo, là fuori, sia ridotto al deserto che vediamo noi? Deserti, quindi, o campi di grano? Pochi o tanti? Per molti o per tutti? Non si tratterà necessariamente di scegliere, ma di intuire una complessità che merita di essere guardata e approfondita, perché portatrice di tensioni irrinunciabili e feconde.