Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. (Luca 2,7)
In una panca di chiesa africana c’è sempre spazio per chi si aggiunge anche se sembra tutto occupato, così pure in un autobus o in una famiglia; e questo di sicuro succede in tanti dei luoghi e culture dove si trovano i nostri missionari. C’è sempre posto per l’altro. Non si tratta di un classico pensierino buono per Natale, quanto piuttosto di un modo di essere di pensare, parlare e agire, si tratta di capire chi siamo, di quale pasta siamo fatti. Noi e il mondo intero.
A Betlemme ancora oggi non c’è posto per tutti, così come a Gaza, in Cisgiordania, in Ucraina, o nelle nostre città. In tanti luoghi del mondo non c’è spazio per la speranza, per la giustizia, per la solidarietà, per la pace e una vita dignitosa. C’è spazio solo alla divisione, discriminazione, sopraffazione, sfruttamento, distruzione dell’altro. Siamo ancora troppo pieni di noi stessi. Vale solo la mia idea, la mia ragione, il mio sentimento, orgoglio, giudizio. Contano solo i miei interessi o presunte necessità.
Quando invece “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia”. (Prologo, Giovanni 1, 16)
Con il Natale non celebriamo la potenza di un dio lontano ma piuttosto un Figlio che ci inonda con la sua tenerezza, che desidera sedersi stretto stretto al nostro fianco perché ha bisogno di noi. Una grazia dopo l’altra, celebriamo quell’ instancabile sogno di Dio di dare pienezza alle nostre vite. A tutte le vite. Nutrendoci di umanità da quella umile mangiatoia con il senso della vita.
Carissimi tutti, continuiamo a donarci reciprocamente spazi di umanità con tanti fratelli e sorelle nei luoghi dove siamo, per essere insieme ‘grazia su grazia’ per ciascuno.
Con l’augurio reciproco per un Santo Natale e stretti nell’animo a Dio per il Nuovo Anno.
don Raffaele Coccato con p. Dario e l’Equipe del Centro Missionario Diocesano