Sono più di 100 i preti provenienti da vari paesi che la nostra diocesi di Padova attraverso l’Ufficio missionario ha accolto dal 1995 ad oggi con delle borse di studio. Attualmente ci sono 16 presbiteri ed 1 seminarista, tutti impegnati nello studio e inseriti nelle nostre comunità parrocchiali.
La loro presenza è spesso una sfida ma soprattutto una grande opportunità per le nostre comunità che possono confrontarsi con stili di vita e di pastorale diversi, arricchirsi della saggezza di altre culture, imparare i valori di tradizioni antiche e, insieme, rianimare e ri-appassionare i nostri percorsi di fede.
Ce lo racconta il gruppo missionario della Parrocchia di Caselle che ha ospitato per 3 anni don Jean Paul Millimouno della Guinea.
“Grazie, posso dire solo questo: Grazie. È una parola che qui da voi ho imparato ad usare sempre. Dico grazie! Grazie, a don Luca, il mio parroco, e a tutti voi per il vostro aiuto, grazie!!”. Don Jean Paul Millimouno, a braccia aperte come ad abbracciare tutti, si è rivolto così a quanti erano lì ad applaudire la sua proclamazione magna cum laude a dottore in Teologia Pastorale con una tesi di specializzazione sul tema: “Il lavoro e i giovani nella cultura Kissi: una sfida pastorale per la Diocesi di Kankan in Guinea Conakry”.
Tra i numerosi amici, in particolare della parrocchia di S. Maria Ausiliatrice di Caselle di Selvazzano che in questi tre anni di studio lo ha accolto, eravamo presenti anche noi del Gruppo missionario.
Il Gruppo da anni, con attività ormai consolidate, si propone di tener vivo il senso di missionarietà della Comunità. La presenza di don Jean Paul è stata significativa, un’occasione che abbiamo colto per aprirci di più alla missione, nel segno di un’esperienza concreta di conoscenza, di vicinanza e di solidarietà.
Intorno alla sua persona, dopo le iniziali difficoltà e vincendo qualche resistenza, si sono attivate varie iniziative.
In una serata “missionaria” don Jean Paul ci ha presentato, ad esempio, la sua Guinea Conakry, un Paese sconosciuto ai più, che quanto a risorse (diamanti, oro, uranio, petrolio…) è uno dei più ricchi dell’Africa, ma risulta tra i più poveri per sviluppo umano. Si trova, infatti, al 156esimo posto su 177 paesi poveri.
In un’altra occasione don Jean Paul ha raccontato, commuovendoci, della sua vocazione sacerdotale. Quante volte poi parlandoci della Chiesa del suo Paese, giovane di appena un centinaio di anni, con le sue celebrazioni gioiose di festa, ci ha fatto riflettere sui sintomi di stanchezza della fede nel nostro vecchio mondo secolarizzato!
“Cosa possiamo fare per te?” gli abbiamo chiesto un giorno. Quasi subito è partito il progetto “Acqua dalla sorgente al villaggio natale Gbandonin”, che prevede la canalizzazione dell’acqua in un tratto di foresta percorsa con fatica ogni giorno dalle donne.
La raccolta dei fondi necessari alla sua realizzazione ha coinvolto tante persone anche di parrocchie vicine.
Ecco come don Jean Paul concludeva un suo intervento:
“Ringrazio tutti voi che siete venuti, lasciando i vostri impegni, per condividere questa serata missionaria nella fede. La fede che ci ha radunati questa sera è quella che ci porta ad allargare lo sguardo sul mondo…Con la preghiera e l’impegno concreto potremo portare in alcune realtà la speranza di una vita nuova. Affido alle vostre preghiere il mio sacerdozio, il mio continente, l’Africa, il mio Paese, la Guinea, e soprattutto le donne d’Africa, sulle quali ricade il più grande peso della vita quotidiana.“
Ringraziamo noi don Jean Paul per averci aiutato a fare, nella fede, questa esperienza viva di prossimità.
Il Gruppo missionario
(Annamaria, Gabriella, Cristina, Paola, Marilena, Angelo, Lucia, Michela)