Testimonianza di Alessia C. – Kenya 2023/24

“No one is so rich that they have nothing to receive. 
No one is so poor that they have nothing to offer”

 

“Nessuno è così ricco da non aver niente da ricevere e nessuno è così povero da non aver nulla da offrire” questa frase ha accolto noi 7 giovani viaggiatori, il giorno che abbiamo incontrato, per la prima volta, la realtà del Saint Martin. E ci sentivamo proprio così: poveri, di fronte ad una terra nuova, sconosciuta e profondamente diversa dalla nostra, poveri di conoscenze, poveri nella lingua, nei modi di fare e muoversi, un po’goffi ed imbarazzati tra le strette di mano. Abbiamo anche capito subito, che dal di fuori, il nostro biglietto da visita, la nostra pelle, diceva tutt’altro, parlava di ricchezza, di aerei intercontinentali, di documenti in regola, di mille valige piene. Il nostro viaggio in Kenya è stato questo, un continuo cambio di prospettiva, un confronto costante tra ricchezza e povertà.

I primi giorni sono trascorsi all’insegna della scoperta, della presa di coscienza dell’essere in Africa per davvero, dopo un anno di preparazione. Il gruppo è stato da subito una ricchezza per tutti, l’incontro tra occhi spaesati e meravigliati ha reso lo shock culturale meno forte, o semplicemente ha contribuito a creare, in fretta, un senso di condivisione, di qualcosa di unico. Le giornate, sempre ricche, piene di incontri, di informazioni, di confronti si sono susseguite rapidamente, gli operatori del Saint Martin si sono adoperati per coinvolgerci nei loro progetti e nelle varie uscite giornaliere nel “field”. La povertà e la ricchezza sono tangibili per le strade di Nyahururu, nulla è nascosto, molto ti colpisce e non siamo abituati, forse, a questo genere di immediatezza. Negli spostamenti in pulmino, tra una visita e l’altra, nelle case della gente, è subito percepibile, ai nostri occhi occidentali, la povertà, la semplicità del vivere; ma altrettanto evidente, anche se forse meno concreta, è la ricchezza di un popolo che coltiva tradizioni antiche, che celebra l’ospitalità, che è orgoglioso della propria terra. C’è contraddizione nel convivere di povertà e ricchezza, nell’incontro tra tradizioni, culture, e una modernità che avanza e arriva anche nel mezzo della foresta; abbiamo colto questa contraddizione, ci siamo fatti interrogare da essa e non è sempre stato facile far coesistere i punti di vista, fare spazio per una mentalità lontana dalla nostra, ma questo è parte di ciò che abbiamo ricevuto dal Kenya… contraddizioni, stimoli, domande (e tanti avocado).

Cosa abbiamo offerto noi viaggiatori? La nostra presenza, i nostri tentativi goffi di entrare in relazione, con qualche azzardo di swahili, la nostra cultura e come questa si pone nell’incontro con l’altro… non sappiamo se è stato poco o tanto, ma abbiamo sperimentato lo scambio, che relativizza alcune certezze: certo la disparità economica è oggettiva, certo le difficoltà del Paese sono concrete, ma ci sono altre ricchezze e altre povertà che nell’incontro si compensano. Se non fossimo partiti, non avremmo mai scoperto quanto talvolta possiamo essere frettolosi negli incontri e quanto una stretta di mano, nel suo piccolo, obbliga a fermarsi e a riconoscere chi si ha di fronte; non avremmo nemmeno riconosciuto quanto alcune conquiste nell’ambito dei diritti umani, meritino davvero di chiamarsi “conquiste”, se non fossimo partiti non avremmo messo in discussione i motivi che ci hanno spinto, in primis, a voler partire. Alla fine del viaggio, quello che resta è l’offrire e il ricevere, proprio come dice la frase all’ingresso del Saint Martin. 

Alessia