Da “popolazione più perseguitata al mondo” a protagonista della “più veloce crisi umanitaria” della storia. Entrambe le definizioni sono di fonte Onu ed entrambe associate ai Rohingya, una minoranza musulmana in Myanmar, i cui membri sono privati persino del nome. Vittime di un’identità negata e della costante vessazione nei loro confronti, causate dagli interessi economici, dal nazionalismo e dall’estremismo religioso. Ostaggio, infine delle esigenze dei militari e del loro rapporto con il governo civile.