
IL CONTESTO
La Diocesi di Roraima, nell’estremo Nord del Brasile, con i suoi circa 220.000 Km2 di estensione, copre tutto il territorio dell’omonimo Stato brasiliano. Si tratta di una superficie grande pari a circa tutta l’Italia senza isole, caratterizzata al suo interno da più volti e sfaccettature territoriali, sociali, etniche ed economiche.
Spiccano alcune peculiarità che caratterizzano il territorio: pur essendo tra le più estese del Brasile, la Diocesi conta una popolazione di soli 650.000 abitanti. Di questi, circa 80.000 persone appartengono a undici gruppi autoctoni indigeni, con lingue e culture proprie.
La Capitale Boa Vista, situata sul lato occidentale del Rio Branco, a 210 km dal confine con il Venezuela, si è caratterizzata come “l’isola felice”, con forte presenza di classi medio-alte e livelli di criminalità e insicurezza sociale sicuramente inferiori rispetto a quelli registrati presso altre realtà metropolitane brasiliane, nonostante non sia da trascurare il crescente cambiamento del tessuto sociale della città dovuto ai flussi migratori che hanno portato molte persone, soprattutto di origine venezuelana, a fermarsi nelle periferie urbane. In tutto il territorio del municipio di Boa Vista si é passati da una popolazione di 250.000 abitanti del 2015 agli attuali 410.000.
In questo particolare territorio, nel giro di pochi anni, alle due grandi sfide che caratterizzavano questa regione del nord del Brasile: invasione delle terre indigene da parte dell’agrobusiness e attivitá estrattivista mineraria predatoria, si sono aggiunte due grandi emergenze sociali e umanitarie: l’arrivo in massa dei migranti dal Venezuela, a causa della forte crisi economico-finanziaria e politica che ha colpito il vicino Paese, e la pandemia di COVID-19, che ha determinato ulteriori effetti sociali, di forte entità.
A tale situazione va comunque affiancata la persistenza di varie problematiche legate a sacche di povertà ed esclusione sociale, che caratterizzano la condizione di alcune popolazioni native e le zone periferiche della Diocesi.
La migrazione dei venezuelani verso Roraima è in atto da tempo, anche se dal 2017 in poi si è andata notevolmente intensificando. La porta di ingresso allo Stato di Roraima è costituita dalla città di Pacaraima, posta direttamente sul confine con il Venezuela. Si stimano oltre 55mila arrivi all’anno, dei quali circa 30mila rimangono a Boa Vista (di cui 2000 in luoghi di emergenza) mentre gli altri si spingono verso altri territori, molti passando, e qualcuno anche fermandosi, dove si trovano i missionari padovani. I rifugiati dal Venezuela sono spinti verso il Brasile dalla fame, dal bisogno di accedere alla sanità, dalla necessità di trovare un lavoro.
LA MISSIONE

don Mario Bozzolan, don massimo Valente, don Benedetto Zampieri, don Mario Gamba, don Mattia Bezze
I missionari Fidei donum, don Massimo, don Mario, don Mattia si trovano a operare in Caracaraí e Iracema: due realtà periferiche che stanno affrontando grandi mutamenti sociali, ecclesiali e ambientali. Le situazioni di povertà sono numerose e sono in parte sostenute sia da aiuti federali sia dall’iniziativa della Chiesa cattolica. Molte persone infatti cercano di ottenere un’occupazione statale o federale per garantire un salario sicuro e un tenore di vita più agiato alle loro famiglie, ma la mancanza di opportunità e possibilità crea una forte povertà umana e morale.
La vita pastorale si svolge su tre fronti: i due centri urbani, le comunità dell’interior (piccole comunità rurali distanti dalle città un centinaio di chilometri) ed infine la realtà delle comunità che vivono lungo il fiume Rio Branco. Sono tre fronti di missione che offrono una ricchezza propria e chiedono attenzioni e metodologie diversificate per affrontare le varie sfide e difficoltà.
PROGETTI 2025

> UN AMBIENTE PER LA CARITA’ E LA CATECHESI
Nell’ultimo anno la parrocchia di Caracaraì ha visto la nascita della Caritas parrocchiale. Un segno concreto della comunità, sostenuto dai volontari e dai catechisti, per essere vicina a chi soffre la fame e alle molte famiglie in difficoltà. Questi gruppi di persone hanno però bisogno di avere degli spazi consoni per proporre incontri, raccogliere materiale e ritrovarsi per la formazione. Gli spazi della struttura della parrocchia che li ospita hanno bisogno di un rinnovo radicale per accogliere le loro attività. Coinvolgendo giovani e volontari si desidera acquistare il materiale necessario per rinnovare le sale in spazi accoglienti e funzionali.
SCHEDA PROGETTO
> PROGETTO CAPPELLINE
La comunità parrocchiale di Caracaraì si estende sia nella zona rurale che lungo il fiume. Come punti di riferimento per le persone sono sorte negli anni diverse cappelline costruite con materiale locale, ma le grandi piogge e il sole purtroppo rovinano velocemente queste strutture. Inoltre due nuove comunità sono ancora senza un punto di ritrovo per condividere la fede e la preghiera. Attraverso questo progetto si vorrebbe incentivare le comunità a mantenere in ordine e curare le cappelline, oltre a costruirne due di nuove. Questo aiuterebbe le piccole realtà ad avere un punto di riferimento e un segno visibile del loro cammino di fede.
SCHEDA PROGETTO
> MISSIONE BASSO RIO BRANCO
Da parte di un equipe diocesana di missionari, prosegue la missione lungo il fiume Rio Branco. Sono 15 le comunità che vengono visitate due volte all’anno durante un viaggio che dura dai venti ai trenta giorni. Per mantenere viva la forza evangelizzatrice di queste comunità sarebbe importante favorire sempre di più la presenza e la visita dei missionari con altri laici, oltre a creare una rete di collaborazione che coinvolga maggiormente la diocesi di Roraima. È richiesto un contributo per sostenere le spese del funzionamento della barca, la costruzione di una casa d’appoggio per i missionari, la formazione dell’equipe e le spese di viaggio.
SCHEDA PROGETTO
