Padre Ezechiele Ramin non aveva ancora 33 anni quando sparse il suo sangue nel corso di una missione di pace. Lo colpirono i pistoleiros di una latifondista in Amazzonia. Il “prete” si era spinto troppo in là nella difesa dei contadini senza terra. Era il 1985, ma oggi, a distanza di oltre trent’anni, la sua memoria non è per nulla affievolita nella Chiesa brasiliana e nei movimenti popolari di lotta per la giustizia. E neppure in Italia, dove la sua figura amica è divenuta familiare e ispiratrice per molti in cerca di un impegno evangelico di vita. Per “Lele”, missionario comboniano originario di Padova, è stata chiusa a marzo 2017 la fase diocesana della causa di beatificazione.
Papa Giovanni Paolo II qualche giorno dopo la sua uccisione lo ha definito “martire della carità“. E’ tra le figure di “Testimoni della missione” inseriti nei materiali in preparazione al Mese missionario straordinario ottobre 2019.
Padre Dario Bossi, provinciale dei comboniani del Brasile e cofondatore della rete “Chiesa e miniere”, propone questo 33 enne missionario martire padovano “con il cuore di Gesù, appassionato per la gente, specialmente per gli indigeni e le famiglie senza terra”, come uno dei “protettori” del Sinodo per l’Amazzonia, indetto da papa Francesco e previsto per il prossimo mese di ottobre.
Approfondimento: Vatican news
Approfondimento: Rivista Mondo e Missione