Perché un mese missionario?
Dal Concilio Vaticano II (1962-1965) in poi si è venuta formando nella Chiesa una nuova e più forte coscienza missionaria. Essa ha generato un vero e proprio bisogno di conoscere, di studiare, di meditare e di vivere la vocazione battesimale-missionaria, non più in modo episodico, ma secondo criteri validi e universalmente condivisi. Si è fatta strada l’esigenza di un “tempo forte” posto all’inizio dell’anno pastorale per ricordare che la dimensione missionaria deve ispirare ogni momento della nostra vita e che “l’azione missionaria – ricorda il papa – è il paradigma di ogni opera della Chiesa” (EG 15).
Ecco che – dalla fine degli anni ’60 – un’intuizione dell’Opera della Propagazione della fede italiana fece sì che il mese di Ottobre fosse dedicato interamente alla missione universale. Un mese scandito da un itinerario di cinque settimane di cui la Giornata Missionaria Mondiale, fissata per la penultima domenica di Ottobre, costituisce il punto culminante del “Mese Missionario”. Questo “tempo forte” è promosso oggi, in tutto il mondo, dalle Pontificie Opere Missionarie, espressione della sollecitudine del papa verso tutte le comunità cristiane del mondo, in particolare quelle che vivono situazioni difficili e di maggiore necessità.