“L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo”.
Nelson Mandela
“Garantire entro il 2030 che tutti i giovani e gran parte degli adulti, sia uomini che donne, abbiano un livello di alfabetizzazione ed una capacità di calcolo” è uno dei traguardi fissati nell’obiettivo 4 dell’Agenda 2030 dedicato all’istruzione. Traguardo, ma anche punto di partenza per capire a che punto siamo e quanta strada ancora c’è da fare, perché “un’istruzione di qualità è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile”.
Index Mundi, https://www.indexmundi.com/ La mappa mostra il tasso di alfabetizzazione nel mondo. Più scura è la tonalità del colore, maggiore è il valore di alfabetizzazione.
771 milioni di analfabeti nel mondo
L’8 settembre scorso si è celebrata la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione, istituita dall’Unesco nel 1967. Diritto fondamentale di tutti gli uomini, l’alfabetizzazione è soprattutto uno strumento indispensabile per sradicare la povertà e determinare il progresso umano e sociale. Nel mondo sono ancora 771 milioni gli analfabeti, giovani e adulti, la maggior parte donne. Se è vero che, in proporzione alla popolazione mondiale totale, il numero di analfabeti negli ultimi anni è diminuito, è indubbio che i progressi raggiunti fino ad oggi siano inferiori alle aspettative.
Rivista Africa riporta i dati dell’Observatoire des inégalités, secondo cui in Africa sub-sahariana l’analfabetismo è passato da 156 milioni di persone nel 2000 a 210 milioni nel 2019, pari al 34% della popolazione. Niger, Guinea, Mali, Sud-Sudan, Centrafrica, Burkina Faso e Ciad sono i Paesi in cui l’analfabetismo è maggiormente diffuso.
L’analfabetismo interessa oltre il 6% della popolazione negli Stati Arabi, più del 4% nell’America Latina. In un mondo in cui la conoscenza della scrittura è essenziale per l’accesso ai servizi, alle informazioni, alla difesa dei propri diritti.
Focus sulla Costa d’Avorio
Il tema della Giornata dell’alfabetizzazione scelto per quest’anno è Transforming Literacy Learning Spaces, ovvero trasformare gli spazi di apprendimento dell’alfabetizzazione. Si riconosce la necessità di arricchire il modo di educare esistente, attraverso approcci nuovi, integrati e permanenti, di trovare nuovi spazi di apprendimento incentrati sui bisogni dei giovani e degli adulti.
Di tutto questo si è parlato nel corso dell’evento internazionale organizzato in Costa d’Avorio sotto il patrocinio della First Lady Dominique Ouattara. La due giorni ha visto la partecipazione di personalità dei governi dei Paesi membri dell’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura ed esperti in campo educativo.
Proprio la Costa d’Avorio negli ultimi anni ha fatto progressi nell’alfabetizzazione, passando dal 51% di analfabeti nel 2002 al 43,7% nel 2019, contando 3.578 centri di alfabetizzazione e 78.258 studenti nel 2021.
In Italia il 12,7% dei minori non si diploma
L’analfabetismo è una piaga che interessa tutti i Paesi del mondo, Italia compresa. Il recente rapporto di Save The Children “Alla ricerca del tempo perduto – Un’analisi delle disuguaglianze nell’offerta di tempi e spazi educativi nella scuola italiana” mette in luce le lacune del nostro Paese.
Si parte da un dato di fatto: in Italia, come nel resto del mondo, la pandemia ha peggiorato la situazione. Specie tra i giovani: per quasi 24 milioni di studenti esiste il reale pericolo di non tornare mai più a scuola.
In Italia il 12,7% dei minori non arriva al diploma delle superiori, a causa dell’abbandono precoce degli studi. Siamo dunque ancora lontani dall’obiettivo del 9% entro il 2030 stabilito dalla UE. Il confronto con l’Europa poi è pesante, visto che l’incidenza della dispersione scolastica, nonostante i progressi compiuti, in Italia resta tra le più elevate in assoluto. Peggio di noi solo Romania al 15,3% e Spagna al 13,3%.
I ragazzi tra i 15 e i 29 anni fuori da ogni percorso di lavoro, istruzione o formazione – detti NEET – in Italia raggiungono il 23,1%, il dato più alto in Europa dove la media è pari al 13,1%. Per fare qualche confronto, in Spagna i NEET sono il 14,1%, in Polonia il 13,4%, in Germania e Francia il 9,2%.
Agenda 2030, oltre l’alfabetizzazione
Non si tratta solo di assicurare l’alfabetizzazione, ma di garantire “ad ogni ragazza e ragazzo libertà, equità e qualità nel completamento dell’educazione primaria e secondaria che porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti” recita il primo traguardo dell’obiettivo 4 dell’Agenda 2030. Ai più piccoli si deve assicurare uno sviluppo infantile di qualità e l’accesso all’istruzione pre-scolastica, ai più grandi un accesso equo a un’istruzione tecnica, professionale e terziaria con competenze specifiche. Entro il 2030 è fondamentale inoltre eliminare le disparità di genere nell’istruzione e garantire un accesso equo alle categorie protette, tra cui le persone con disabilità, le popolazioni indigene e i bambini in situazioni di vulnerabilità.
E poi ancora costruire e potenziare le strutture dell’istruzione, espandere a livello globale il numero di borse di studio per i paesi in via di sviluppo, aumentare la presenza di insegnanti qualificati, anche grazie alla cooperazione internazionale.
Stile di vita sostenibile, diritti umani, parità di genere, promozione di una cultura pacifica e non violenta, cittadinanza globale e valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile: questi devono essere i principi oggetto dell’educazione. Molto più che semplice alfabetizzazione.
A cura di Elena Cogo