L’edizione 2021 del Missio Meeting Giovani di domenica 17 ottobre a Salboro si è svolta in un clima di festa e intensa partecipazione. La ricchezza delle testimonianze e la gioiosa partecipazione dei giovani sono stati un segno di bellezza e grazia: ecco alcune parole-esperienze che sono risuonate:
LIBERTÀ: padre Gigi Maccalli (due anni prigioniero in Mali) ci ha testimoniato la potenza liberante della preghiera.
INCONTRO: suor Lucia Corradin (Caritas Baby Hospital di Betlemme) ci ha raccontato come la cura del corpo fragile dei bambini sia una strada che dischiude l’incontro oltre i pregiudizi.
CAMBIAMENTO: Giandonato Salvia (creatore dell’app Tucum) ha condiviso il profondo cambiamento nato quando letteralmente si è messo nei panni dei poveri.
DIGNITÀ: don Mattia Ferrari (cappellano della nave Mediterranea) con un video ci ha richiamato alla lotta tenace per la dignità dei migranti forzati.
Abbiamo chiesto ai giovani di esprimerci le loro emozioni dopo la giornata…
“Cosa hai fatto domenica 17 ottobre?” Difficile tradurre in parole ciò che si è vissuto in quella giornata, perché quando incontri la Vita con tutte le sue sfumature le parole sembrano non bastare. È stato una giornata fatta per assaporare l’aria di festa e di gioia del ritrovarsi di nuovo in presenza, per gustare la bellezza di un’umanità ferita, ma non vinta, dove grandi testimoni hanno saputo raccontarci la loro vita e quella di tante altre persone. Perché la storia di ciascuno si incrocia con quella degli altri, anche lì dove sembra non esserci il senso di fraternità, anche lì sotto le bombe, lì in quel mare che diventa la cassa da morto dove verrai dimenticato da tutti.
Il missio meeting è stato quindi una bomba capace di generare grandi domande e interrogativi, un’esplosione di gioia, di canti cantati a squarciagola ma anche di verità che grattano e vanno a risvegliare in te quel senso di appartenenza a una Casa comune che talvolta fatichi a vedere come tale. Il tempo non è passato il 17 ottobre, è trascorso, con quella pacatezza e quel ritmo che chi è andato in missione ha potuto assaggiare: il ritmo è scandito non dal fare, ma dallo stare, dal sostare, dall’essere lì, con il cuore che durante la messa batteva con lo stesso bpm dei bonghi!
I workshop son stati un po’ un’orchestra capace di dare dei “La” per le nostre esistenze, dove abbiamo potuto essere ispirati per nuove domande, per nuove prospettive, pronti a portare nelle nostre realtà qualcosa di nuovo, una boccata d’aria colma di entusiasmo. Inoltre, il missio meeting per me è stato un risentire quel ruggito africano chiamato mal d’Africa, un bene incurabile, alcuni potrebbero chiamarla “saudade” perché sì, è una Vita che si lascia gustare in pienezza, è Grazia che si fa presenza nella fragilità dell’ umanità, è un Dio che viene a toccarti e a ricordarti di essere figlio proprio come tuo fratello, in un posto chiamato mondo dove davvero l’io non può essere se non accompagnato da un NOI, una prima persona plurale. E ora? Non ci resta che ringraziare e continuare a camminare, certamente con un nuovo entusiasmo (dal greco “il Dio dentro”).
Elisa
Avevamo partecipato al MiMeGi del 2019 da neofiti e ricordiamo quella giornata, che è stata il nostro primo assaggio del mondo missionario, come una ventata di aria fresca e di grande novità. Aver partecipato all’organizzazione del MiMeGi 2021 ha aggiunto quel qualcosa in più che forse due anni fa non avevamo colto.
Siamo venuti in contatto con una miriade di realtà missionarie di cui prima a malapena avevamo sentito parlare e ci siamo resi conto di come esista un mondo immenso, forse poco pubblicizzato, che da anni si spende silenziosamente e senza riserve per i più poveri della terra. Abbiamo conosciuto anche un volto finora sconosciuto della “nostra” Chiesa di Padova, che cerca strade sempre nuove per far conoscere ai giovani la bellezza della missione.
È stato bello vedere quanto l’organizzazione sia stata curata attentamente: dalla scelta del tema, agli ospiti invitati, alla preparazione dei workshop e degli spazi che ci hanno accolto… qualche fatica, grandi sforzi (non solo fisici), ma tutti in un’unica direzione con gran voglia di far riuscire la giornata al meglio.
È stato bello conoscere altre persone che gravitano attorno al mondo missionario e dialogare con loro tra sabato e domenica, anche solamente stendendo la moquette o attaccando dei cartelloni. Alla fine se ci pensiamo il cuore della missione è l’incontro con l’altro, e per noi lavorare dietro le quinte è stato un modo non del tutto convenzionale per incontrare persone fino a pochi giorni prima sconosciute.
Insomma, una missione nella missione!
Giorgia e Lorenzo
LE FOTO