Carissime comunità cristiane,
per iniziare questa lettera prendiamo spunto dal luogo e dalla data che sono scritti nell’intestazione. Da un paio di settimane ci siamo infatti trasferiti ad Adaba che sarà la nostra casa di riferimento per le missioni che ci sono state affidate: da Adaba, dove c’è una comunità cristiana ed il Centro di Formazione Pastorale della Prefettura Apostolica, ci sposteremo per andare ad Herero, a Dodola, a Kokossa e a Nansebo. Sono nomi di comunità che ci diventeranno sempre più familiari considerando il nostro impegno missionario per le persone che vivono in questi luoghi. Queste comunità sono più o meno vicine: Herero si trova a sei kilometri, Dodola a poco più di 20, mentre Nansebo e Kokossa di trovano ad un centinaio di kilometri. Naturalmente ci stiamo organizzando per stare qualche giorno nelle diverse comunità, conoscere la loro vita, le loro preoccupazioni e speranze… sentirci sempre più in comunione con loro e così condividere il dono della fede e la vita di Gesù. Poco prima di Natale abbiamo terminato il corso di lingua oromo ad Addis Abeba, ed ora, con un po’ più di facilità, ci sentiamo di comunicare con la gente: pur non potendo sostenere un discorso articolato, sentiamo che le nostre poche parole ed espressioni aiutano ad iniziare una comunicazione ed un contatto con le persone e questo semplice atteggiamento ci stimola all’incontro e in qualche modo a sentirci parte di queste comunità.
Il 12 dicembre sono arrivati nella Prefettura altri missionari della Comunità Missionaria di Villaregia; vivranno a Robe dedicandosi alle comunità cristiane presenti nelle vicinanze. Con qualcuno di loro ci eravamo già conosciuti nella preparazione alla missione ed è stato bello ritrovarci e sentirci vicini nel lavorare insieme per la missione in questa vasta area dell’Etiopia. Poi, nel periodo natalizio (italiano) abbiamo avuto la visita dei famigliari di don Stefano ed Elisabetta, così ci hanno portato il calore e affetto della loro presenza: ci hanno fatto sentire a casa, ma anche noi li abbiamo accolti in questa nostra casa che è la missione accompagnandoli e vivendo insieme ciò che caratterizza la nostra vita missionaria. Tutti insieme, missionari e famigliari, abbiamo festeggiato il capodanno anche con i sapori italiani portati dai premurosi visitatori. Passate le feste e vacanze italiane (con il rientro dei famigliari) il 7 gennaio abbiamo celebrato il Natale etiope nella comunità di Kokossa: don Stefano, io ed Elisabetta ancora una volta abbiamo percepito come il grande mistero dell’Incarnazione di Gesù è affidato alla nostra semplice fede che con umiltà si esprime nella celebrazione e nella vita. Alla sera abbiamo cenato insieme agli altri missionari e alle suore di Kofale sperimentando il calore della fraternità come dono prezioso anche nella missione.
Nelle settimane scorse ci è stato utile avere qualche momento di riflessione e condivisione facendo un po’ memoria dell’anno trascorso in missione, delle persone incontrate, delle varie situazioni vissute, ma anche degli interrogativi ancora sospesi e del desiderio di continuare questa bella avventura missionaria. Infine anche il trasloco ad Adaba ci ha fatto sentire l’affetto che abbiamo vissuto con le persone di Kofale, ma anche l’accoglienza di un’altra piccola comunità che ci fa sentire parte della loro famiglia. Di questo magari ne parleremo prossimamente perché è proprio quanto desideriamo sperimentare in queste piccole comunità attraverso il nostro “stare”, abitare e vivere la quotidianità.
Concludiamo ringraziando tutte le comunità del Vicariato di Asiago e con loro tutte quelle persone che ci esprimo la vicinanza e l’affetto nella preghiera e nei gesti di generosità che ci sono pervenuti attraverso il Centro Missionario della Diocesi di Padova.
Un abbraccio fraterno.
Elisabetta Corà e d. Nicola De Guio