Don Attilio De Battisti, Fidei donum della Diocesi di Padova in Thailandia, ci racconta l’attesa e alcune “fatiche” in preparazione della Giornata Missionaria Mondiale in questo paese.
Articolo tratto da Agenzia S.I.R.
[“Chiesa missionaria, testimone di misericordia”: è il tema scelto da Papa Francesco – nell’anno giubilare – per la 90ª Giornata missionaria mondiale, che verrà celebrata domenica 23 ottobre. Proprio per la celebrazione di questa Giornata, il mese di ottobre è ormai considerato “mese missionario”, con un’attenzione particolare quindi alle missioni. A fare da sfondo alle varie iniziative è il messaggio del Papa per questo appuntamento. Un testo che, dal momento della pubblicazione (15 maggio 2016), ha “viaggiato” verso i diversi Paesi del mondo. Ecco cosa succede, di solito, in Thailandia
Il messaggio del Papa in occasione della Giornata missionaria mondiale arriva in Thailandia con un certo ritardo, quasi a ridosso della ricorrenza. Noi missionari, abituati a elaborare su questo testo riflessioni, poster, schede di lavoro e piccoli percorsi di formazione, ci troviamo spesso spiazzati dalla sua tardiva diffusione. Cercare “colpevoli” risulterebbe ingiusto. Vi sono alcune ragioni che, comunque sia, non vorrebbero fungere da giustificazione.
La lingua. Come tutti sanno, le lingue in cui viene tradotto il testo sono solo alcune. Tra queste non vi sono molte lingue minori, come il thailandese. In Thailandia la traduzione richiede tempo e persone che comprendano almeno una delle lingue in cui è pubblicato e che sappia tradurre i concetti in thai. Non si trova a ogni angolo. I cattolici sono un numero ristretto e le competenze sono limitate. Religiosi, sacerdoti e laici fanno quel che possono per superare lo scoglio linguistico (e questo vale per tutta l’abbondante produzione della Chiesa: Concilio Vaticano II, Bibbia, libri liturgici, piani pastorali, Encicliche…). Ogni documento ufficiale in Thailandia arriva con un fortissimo ritardo.]
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