“Sogno che la Chiesa possa fare il lavoro che le spetta, che è quello di annunciare Cristo nel paese, con i mezzi che possiede. Allo stesso tempo, vorrei che la Chiesa guadagnasse gli spazi che le corrispondono nella società”: sono le attese di p. Yosvany Carvajal, Parroco della Cattedrale de L’Avana e Rettore del Centro Culturale Padre Félix Varela, riguardo alla visita pastorale di Papa Francesco a Cuba, dal 19 al 22 settembre.
“Sogno che la Chiesa possa fare il lavoro che le spetta, che è quello di annunciare Cristo nel paese, con i mezzi che possiede. Allo stesso tempo, vorrei che la Chiesa guadagnasse gli spazi che le corrispondono nella società”: sono le attese di p. Yosvany Carvajal, Parroco della Cattedrale de L’Avana e Rettore del Centro Culturale Padre Félix Varela, riguardo alla visita pastorale di Papa Francesco a Cuba, dal 19 al 22 settembre.
Nell’intervista pubblicata dalla Conferenza Episcopale di Cuba, di cui è pervenuta segnalazione all’Agenzia Fides, il sacerdote spiega che la libertà religiosa “va oltre la libertà di culto, perché la libertà di culto consiste nel celebrare all'interno del tempio, avere il permesso perché le chiese non vengano chiuse, ecc. La libertà religiosa va ben oltre, comprende ad esempio l'accesso ai mezzi di comunicazione, l'accesso all'insegnamento, a partecipare più attivamente alla vita pubblica. Ho il sogno che la Chiesa possa attuare tale missione nella Cuba del futuro”.
P. Carvajal sottolinea l’importanza fondamentale in questa visita dell’annuncio di Gesù Cristo, come ha affermato lo stesso Papa Francesco nel suo videomessaggio ai cubani, “molto profondo, coinciso e sostanzioso”, esponendo lo scopo del suo viaggio: “Vengo ad annunciare Gesù Cristo”. “Occorre che la popolazione si apra al messaggio – prosegue il sacerdote -, un popolo con poca pratica religiosa ma molto religioso, alcuni con una gran confusione… E’ bene parlare loro di Gesù Cristo e che il Papa parli di amore”. (SL)
(Agenzia Fides 19/09/2015)