Pubblichiamo una lettera che il vescovo emerito Antonio ci ha fatto pervenire verso fine anno. Nonostante sia passato il tempo natalizio, è sempre interessante cogliere tutto l’impegno e il servizio all’evangelizzazione che “Abuna” Antonio dedica alle persone e comunità con cui condivide il suo ministero in Etiopia.
31 dicembre 2018
Con questa Lettera dalla missione in Etiopia desidero inviare alcune notizie su qualche fatto importante vissuto nell’ultimo mese
Incontro di animatori per la missione
Il I° Dicembre si è tenuto a Adaba, presso il Centro di formazione della Prefettura apostolica, un incontro di animatori delle 5 parrocchie allo scopo di presentare il programma per l’Avvento e l’ “Infanzia missionaria”. E’ da tener presente che, seguendo il calendario della Chiesa Ortodossa Copta , nella nostra Chiesa di Rito latino l’Avvento è cominciato il 15 Dicembre e la solennità del S. Natale verrà celebrata il 7 gennaio. Quanto al nuovo Anno, esso è cominciato l’11 settembre scorso ed è l’anno 2011. I partecipanti all’incontro erano circa una quindicina, di età diverse. Dopo la presentazione dei partecipanti e la preghiera di apertura, Don Giuseppe Ghirelli (missionario Fidei donum di Anagni-Alatri) ha spiegato, servendosi anche di un video, il programma di Avvento da far vivere ai ragazzi. Dopo il break, ho tenuto una catechesi-conversazione sulla missione su base biblica e attualizzandola nel contesto attuale riferendomi all’impegno di ciascun battezzato a testimoniare e annunciare Gesù Cristo e la salvezza che offre a tutti. Ho sottolineato come il Vangelo e la fede cristiana sono un dono meraviglioso da non tenere solo per se; se non lo condividiamo con gli altri che non l’hanno vuol dire che anche noi l’apprezziamo poco.
Dalla comunità di Kokkossa, che seguo pastoralmente, hanno partecipato due giovani (uno di 19, una di 18 anni) , entrati nella Chiesa cattolica circa 2 anni fa e molto fedeli e assidui in comunità. Fanno parte anche del Consiglio pastorale. La settimana dopo essi hanno cominciato a mettere in pratica quello che hanno appreso. Un segno positivo e bello.
- Un caso di ” esorcismo” popolare
Circa due settimane fa un uomo di mezza età, fedele cattolico della parrocchia di Kofale, ha tentato il suicidio. Per fortuna, o meglio grazia di Dio, un vicino è riuscito in tempo a fermarlo. L’uomo vive solo con una bambina di circa 9 anni in una povera abitazione. E’ stato portato all’ospedale di Shahemane, distante circa 30 Km, sedato e rimandato a casa. L’indomani sono andato a visitarlo con due cristiani. Era a letto con una flebo al polso: non parlava ma appariva tranquillo. Nella stanzetta c’erano diverse persone. Siamo stati lì un po’ e ho ascoltato i discorsi; l’interpretazione del tentativo di suicidio per loro era chiara: si trattata di un influsso di Satana. Questa è una diffusa credenza condivisa anche dai cristiani. Abbiamo pregato assieme, gli ho dato la benedizione e lasciato un aiuto. L’indomani sono tornato con due suore e diversi altri cristiani. Questa volta c’erano molte più persone dentro e fuori l’abitazione. Ho visto una scena impressionante: l’uomo, forse per essere finita la sedazione, era agitato e imprecava. La gente allora, pensando che era effetto del demonio, lo teneva stretto, uno cercava di tenergli sul capo il libro della Bibbia, gli altri in piedi con le mani tese verso di lui invocavano Gesù perché scacciasse il demonio e imprecavano contro Satana. Anche le suore erano impressionate. Chi urlava di più erano alcune donne protestanti. Il poveretto si dimenava da tutte le parti. Ad un certo momento, dopo aver parlato con una suora, ho deciso di sottrarlo a quelle manifestazioni e di portarlo alla missione insieme con la bambina. Sul tragitto verso l’auto una donna continuava a seguirlo con le sue grida. Alla missione l’abbiamo sistemato in una stanza, mentre la bambina l’hanno presa in cura le suore. Lentamente l’uomo si è calmato e addormentato. Due giorni dopo l’ho fatto condurre da uno psichiatra che gli ha somministrato dei farmaci. Alcuni giorni dopo è stato condotto da un parente nella vicina città di Negele. La bambina appare serena e sta ancora con le suore. E’ un episodio emblematico sotto l’aspetto della cultura e delle credenze popolari. Le malattie mentali sono viste come effetto demoniaco.
- Alle sorgenti del Wabe Shabele
Lunedì 19 dicembre con un docente dell’Università cattolica, la moglie e altri due membri della ONG Perigeo, – ospiti della Prefettura apostolica di Robe – ci siamo recati alle sorgenti del fiume Wabe Shabele, distante circa 30 Km da Kofale. Le sorgenti si trovano a metà della strada che io percorro ogni sabato-domenica recandomi a Kokkossa. Essi erano venuti per commemorare l’esplorazione compiuta dal Duca degli Abruzzi.
Dopo la fine della prima guerra mondiale il Duca degli Abruzzi (Luigi Amedeo di Savoia) che si era stabilito in Somalia (dove morì e fu sepolto), ottenuto l’aiuto del Negus con circa 200 soldati, cartografi, medici, etc. intraprese una spedizione per esplorare il fiume partendo dalla Somalia (a livello del mare), dove il fiume finisce, per risalire fino alle sorgenti; il Wabe Shabele è lungo circa 2000 Km e le sorgenti si trovano ad una altitudine di 2700 slm. La popolazione del luogo secondo la religione tradizionale Oromo considera le sorgenti come luogo sacro e ogni anno nel mese di settembre si tengono alcuni giorni di raduno e celebrazioni. La piccola comitiva intendeva commemorare la spedizione del Duca degli Abruzzi e in pari tempo elaborare un progetto di collaborazione e aiuto al villaggio dove si trovano le sorgenti. A questo scopo, dopo che siamo stati accolti festosamente, mentre le donne cantavano danzando una storia del luogo, c’è stato un incontro con gli anziani durante il quale si è presentato lo scopo della visita e sentite le loro reazioni: tutte molto positive e interessate. L’idea sarebbe di costruire un museo che raccolga immagini e memorie del luogo e una scuola. I membri della comitiva si propongono di tornare per realizzare un documentario.
- Preparazione del S. Natale
Nella Chiesa Cattolica di Etiopia il S. Natale, in consonanza con la Chiesa Ortodossa di origina Copta, la nascita del nostro Redentore viene celebrata il 7 gennaio; siamo quindi nel Tempo dell’Avvento. Quanto all’anno nuovo, esso è cominciato l’11 settembre scorso ed è il 2011. Nella comunità di Kokkossa si stanno svolgendo varie iniziative:
- La formazione dei giovani al sabato mattina; leggiamo e commento i Vangeli dell’Infanzia di Gesù: Mt 1-2; Lc 1-2 . Leggiamo il Vangelo della domenica in inglese, per migliorare la loro conoscenza di questa lingua;
- Si è cominciato l’incontro di catechesi dei bambini, una specie di ACR in nuce. Sono i due animatori: Alamayo e Halkame, che hanno partecipato all’incontro di Adaba il I° dicembre, che dirigono gli incontri, cominciando dalla preghiera e dai primi elementi della fede cristiana. Non tutti i partecipanti sono battezzati. Un’attività interessante è la presentazione su un foglio delle figure del tempo liturgico – Giovanni Battista che predica, la natività con la visita dei pastori e dei magi – ed essi le colorano. È un esercizio che compiono molto volentieri e con impegno.
- Sabato scorso con alcuni giovani e i bambini abbiamo preparato il presepio. Suscita molto interesse , anche perché né Ortodossi né Protestanti e tanto meno Musulmani lo fanno.
- Formazione dei catecumeni sempre al sabato. La IV domenica di Avvento – il 6 gennaio – accoglieremo nella Chiesa cattolica una coppia che frequentava la Chiesa protestante e da alcuni mesi partecipano regolarmente alla celebrazione eucaristica facendo oltre 5 km di strada a piedi. Il giorno di Natale battezzerò la moglie sub conditione e i tre loro bambini. La Domenica 13 verrà celebrato il sacramento del matrimonio.
- Insieme con l’educazione alla fede e la celebrazione liturgica, l’ esercizio della carità è la testimonianza principale della comunità cristiana. Oltre alla carità spicciola per rispondere settimanalmente alle emergenze di povertà, cerchiamo di individuare e aiutare i più poveri mediante delle visite con alcuni membri del Consiglio pastorale. La settimana scorsa abbiamo acquistato una pecora per donarla a una donna che non possiede assolutamente nulla ed è stata accolta nella capanna da una conoscente. Appartiene all’etnia Sidamo, mentre la grande maggioranza sono Oromo. Sabato scorso siamo andati a trovarla e non cessava di ringraziare Dio più che noi, per il dono ricevuto. Due settimane fa siamo andati a visitare un uomo che da qualche tempo partecipa alla celebrazione dell’Eucaristia. Vive con la moglie in un tugurio piccolo, fatiscente e dove piove dentro. Abbiamo deciso di costruirgli una nuova capanna e domenica scorsa gli è stato dato un piccolo aiuto necessario.
Il giorno del S. Natale offriremo dei vestitini per bambini e un bel pranzo comunitario.
Insieme con la nuova nascita del Signore Gesù siamo in attesa dell’arrivo dei missionari Fidei donum di Padova. Sarà questo certamente un dono prezioso della Chiesa di Padova alla Prefettura apostolica di Robe.
Auguri a tutti in comunione di fede e di missione.
Abuna Antonio