Diario di Missione 2 – Etiopia

Riprendo a scrivere da questo angolo di Africa cercando di offrirvi ancora uno spaccato di missione che sto vivendo in quest’ultimo periodo.

Formazione e unzione dei catecumeni

Sabato 28 Ottobre è stato un giorno particolarmente ricco di grazia in cui nuovi fratelli e sorelle hanno compiuto il primo passo per diventare a pieno titolo cristiani.

Ho convocato i catecumeni per un incontro di catechesi dove assieme al catechista Jamaal, abbiamo trattato il tema del peccato e dell’azione di Satana commentando alcune letture bibliche. Gli Oromo, secondo la religione tradizionale, hanno una concezione ancestrale delle forze del male e dei demoni; quello che si realizza ora per loro è la vittoria di Cristo sulle tentazioni e le potenze del male.

Dopo la catechesi ed esserci confrontati in quattro in 4 gruppi guidati da giovani cristiani preparati, siamo passati all’intensa celebrazione del rito dell’unzione con l’olio dei catecumeni alla presenza di altri cristiani già battezzati. Una grande pace riempiva i nostri cuori perché sentivamo di essere immersi nella gioia dello Spirito Santo che crea comunione e incoraggia ad essere testimoni di Cristo Risorto che libera e salva.

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Nasce l’Associazione dei giovani

Anche in questa piccola comunità non può mancare l’attenzione ai giovani, ai loro sogni, alle loro aspettative, al loro desiderio di camminare come amici di Gesù!

Nel primo pomeriggio dopo un pranzo frugale e un momento di riposo, ci siamo incontrati con i giovani dai 14 anni in su. Ho proposto loro di formare l’“Associazione dei giovani cristiani di Kokkossa” indicando la finalità ed il programma. Tutti hanno accolto questa proposta con entusiasmo desiderando che si arrivi presto ad organizzarsi! Otto di questi giovani avevano partecipato al I° campo-scuola organizzato nel mese di luglio. Questi giovani non hanno esperienza di associazionismo e quindi occorrerà procedere gradualmente. Si partirà dall’ascolto, da ciò che sentono prioritario per la loro vita spirituale… In questo incontro hanno scelto in maniera partecipata due presidenti, uno per i ragazzi e una per le ragazze. Le riunioni si terranno insieme anche se per certi aspetti e per la cultura locale bisognerà in alcuni momenti anche tenere una distinzione.

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Visita ad alcune famiglie1

Dopo la riunione con i giovani, accompagnato da alcuni di loro, siamo andati a visitare alcune famiglie di catecumeni camminando per sentieri impervi per circa mezzora. Per entrare in qualche recinto tipico di questa zona, occorreva salire una scaletta. Mi ha colpito l’estrema povertà per non dire la miseria delle abitazioni capanne di fango e paglia; all’interno qualche giaciglio e una parte della capanna era riservata al ricovero delle galline o delle pecore. Un catecumeno, sposato e con 4 figli, abita un tugurio di circa 5 metri. La capanna di un’altra famiglia è scoperta sul tetto e piove dentro. Per coprirla con un’erba particolare servono 800 birr che corrispondono a circa 30 euro che non hanno a disposizione… non esitato un attimo e glieli ho dati volentieri.

Un altro grave problema che devono affrontare è l’acqua: quella che bevono non è pulita e purtroppo questo causa frequenti malattie.

Penso che questa povera gente, lontana dai centri abitati, viva oggi come nei secoli passati.

Sul mio diario ho scritto: Per questi poveri il progresso è una parola vuota, non è mai arrivato. Penso a tutti gli sprechi della società opulenta, al denaro speso per il superfluo, per non dire per i vizi, alle spese per le armi e tante altre cose del genere. Che mondo è questo? Cosa valgono tanti discorsi e proclami sulla giustizia?

Mi viene spontanea l’invocazione della Didachè (uno scritto del II secolo): “Venga la grazia e passi questo mondo Maranatha”. La fede e la speranza sono poste solo in Dio. Con Gesù egli accoglie e dona il suo Regno a questi poveri. Anche se non comprendono bene alcune verità di fede, la fede e la speranza in Dio sono presenti in loro e desidero che il battesimo li immerga totalmente dentro la pienezza del Cristo che dona largamente ai poveri… Il Regno di Dio è già preparato per loro! «È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli» (Mt 19,24).

Alla sera quando nel cielo si spegne la grande luce del sole ma non quella che si è risposta nei nostri animi, recitiamo i Vespri con fra Matteo. Si cena sobriamente con i catechisti Jamaal e Abdella al lume di candela e di una pila, perché l’energia elettrica non c’è. Fa anche un po’ freddo e fra Matteo si avvolge già con una coperta. La recita del S. Rosario corona questa intensa giornata affidando al dolce cuore di Maria le speranze e le lotte delle persone incontrate. Ci si corica a letto nella rustica casetta dove non c’è neppure l’acqua corrente del rubinetto e ci si arrangia con quella rimasta nella borraccia.

Ci sentiamo più vicini, anche se non uguali, ai poveri che abbiamo visitato e perciò a Gesù. “I poveri li avete sempre con voi” (Mc 14,7)…  È un dono grande e immeritato.

Visita agli Oromo profughi dalla Regione dei Somali

Si calcola che oltre mezzo milione di Oromo stanziati nella Regione Somali – Regione appartenente allo Stato etiopico – hanno lasciato questa area negli ultimi due mesi. Il governo li ha dislocati in varie città e località dell’Oromia. Il conflitto non è stato primariamente di ordine inter-etnico – come vari organi di stampa hanno riferito – ma dovuto a cause più complesse, soprattutto di ordine economico e in parte avvolte di oscurità. Un gruppo di 200 famiglie sono giunte a Kofale, non lontano dalla sede della nostra missione cattolica. Sono state sistemate alla meno peggio in un locale di proprietà governativa. Il 7 Novembre, accompagnato da Sr Maria e alcuni membri del Consiglio pastorale, ho fatto loro visita e mi sono intrattenuto con loro, ascoltando la loro esperienza e cercando di capire di che cosa avevano più bisogno nell’attuale situazione di emergenza.  Hanno confermato che intrattenevano buone relazioni con la popolazione locale – nella città di Jijiga, capitale della Regione Somali – e sono stati allontanati dalla polizia locale. Sono di religione musulmana.

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Abbiamo spiegato chi eravamo e manifestato loro la nostra solidarietà e l’intenzione di offrire un aiuto.  Sono stati contenti della nostra visita. Nelle comunità abbiamo stabilito di raccogliere una colletta per i fabbisogni immediati: cibo e vestiti. È una grande lezione di vita e di vangelo vedere come i poveri sanno condividere e farsi carico di altri poveri… senza fare distinzioni di religione o di provenienza.

Guardandomi attorno ho notato che i bambini avevano indumenti molto leggeri. Infatti a Jijiga c’è un clima tropicale, mentre qui a Kofale, altopiano di 2700 mt, al mattino e di notte fa piuttosto freddo. La priorità era quindi acquistare dei vestiti pesanti per evitare che le persone peggiorassero la loro situazione ammalandosi.

6Ho pensato di condividere con voi questi “pennellate” di missione ad gentes “, che affido alle intenzioni della vostra preghiera, mentre io vi assicuro il mio ricordo all’altare del Signore.

Il 27 novembre in 15 della Prefettura apostolica partiremo per il pellegrinaggio in Terra Santa.

Buon Avvento.

                          Abuna Antonio