Accogliamo lo spunto del Sinodo dei vescovi dedicato a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” che si terrà a Roma il prossimo ottobre e cercheremo di rileggerlo in chiave missionaria. Lo slogan della nostra giornata missionaria mondiale, che si ispira al sinodo e ci fa da titolo, ha in sé una illuminante ambiguità: può indicare i giovani che si offrono per l’annuncio del vangelo; ma può anche suggerire che l’annuncio del vangelo chiede di essere “giovani” (e sempre ci restituisce un po’ di giovinezza). Ecco, vorremmo tenere insieme queste due dimensioni.
Papa Francesco ci suggerisce in maniera efficace la prospettiva: Dio è Colui che rinnova sempre, perché Lui è sempre nuovo: Dio è giovane! Dio è l’Eterno che non ha tempo, ma è capace di rinnovare, ringiovanirsi continuamente e ringiovanire tutto. Le caratteristiche più peculiari dei giovani sono anche le Sue. È giovane perché «fa nuove tutte le cose» e ama le novità; perché stupisce e ama lo stupore; perché sa sognare e ha desiderio dei nostri sogni; perché è forte ed entusiasta; perché costruisce relazioni e chiede a noi di fare altrettanto, è social (PAPA FRANCESCO, Dio è giovane, PIEMME 2018, pp 52-53).
Il percorso che abbiamo pensato sarà scandito dalle parole VOCAZIONE / FUTURO / PROFEZIA / (SEMPRE) NUOVI ESODI. Si tratta di una sequenza che può descrivere la dinamica di ogni incontro profondo con gli altri e con Dio. E se vale naturalmente per chi è giovane, è una dinamica che non cessa di essere riscoperta da tutti e sempre, perfino dai vecchi. Incontrare, infatti, è un appello, una chiamata, una pro-vocazione se apre futuro, se appare cioè un’esperienza promettente. Essa suggerirà allora una “visione” capace di rimetterci in cammino e di uscire dal cerchio stretto delle nostre abitudini e dei nostri blocchi. Questa dinamica farà maturare i giovani e ringiovanirà i vecchi. E magari apriremo una rinnovata stagione evangelizzatrice, giovani e vecchi insieme potremo offrire il vangelo di nuovo, e nuovo, per il bene di tutti.
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