Enormi le distruzioni, anche nei vicini Malawi e Zimbabwe: l’emergenza è gravissima. C’è bisogno di aiuto per portare sostegno immediato alle popolazioni colpite, soprattutto per rispondere al bisogno di acqua, cibo, beni di prima necessità.
Popolazione colpita: la stima è di circa 140 mila famiglie coinvolte, delle quali quasi il 20% hanno perso tutto. Oltre un milione e mezzo gli sfollati.
La testimonianza del vescovo di Beira, Mons. Claudio Dalla Zuanna, Dehoniano, oriundo di San Nazario (diocesi di Padova) con cui abbiamo un contatto diretto: «L’unico blocco operatorio di tutta la regione, quello dell’ospedale centrale, è inservibile, è stato scoperchiato e allagato. Le scuole sono state chiuse a tempo indeterminato; le aule hanno i tetti di lamiera e praticamente tutti sono stati divelti. L’emergenza riguarda anche l’approvvigionamento di alimenti. Il cibo per molte famiglie è già un’emergenza, e anche in città le scorte sono limitate perché molti magazzini e negozi sono stati scoperchiati e le derrate alimentari perdute ». Mons. Claudio ha definito il ciclone Idai, “come qualcosa di mai visto o narrato negli annali di questa provincia del Mozambico centrale”. L’Arcivescovo riferisce che alcuni fiumi sono esondati, come nel caso dei fiumi Búzi e Púngué; la città di Beira è isolata, poiché l’unica strada di accesso è stata tagliata dalla caduta di un ponte. “Come Chiesa diocesana, attraverso parrocchie e Caritas, stiamo attivando un piano di emergenza per soddisfare i bisogni più urgenti”, conclude la nota del vescovo. Il ciclone ha attraversato principalmente il cosiddetto “corridoio di Beira”, un percorso corrispondente a circa 130 chilometri, abitato da circa un milione di persone, dove si trovano 25 parrocchie cattoliche.
Anche dal Cuamm Medici con l’Africa (presente da molti anni in Mozambico) giungono notizie terribili. Da Beira la testimonianza di Giovanni Putoto, responsabile della programmazione di Medici con l’Africa Cuamm, conferma la situazione di grave emergenza: «Sono arrivato da un giorno a Beira in Mozambico, la città colpita dal ciclone Idai. Al momento sono oltre 40 i centri di raccolta degli sfollati concentrati nella città di Beira, per oltre 40.000 persone. Altri 33 centri si trovano tra Dondo e Nhamatanda, che sono i distretti vicini. Si tratta di persone sfollate prive di tutto. Molte di queste sono ancora disperse all’interno, per recuperare queste persone sono necessari mezzi di trasporto come l’elicottero. Il cibo e l’acqua sono i bisogni più acuti, drammatici. La tensione sociale è molto alta, sono stati assaliti magazzini e negozi. L’impatto del ciclone sulle strutture è stato devastante… La rete sanitaria è gravemente compromessa: l’ospedale centrale di Beira, di 800 posti letto, funziona come un centro sanitario, tutta l’attività chirurgica e ortopedica è paralizzata».
Come Centro missionario diocesano abbiamo già anticipato 10.000 euro a Medici con l’Africa Cuamm come sostegno per le prime necessità.
COME CONTRIBUIRE:
Per chi vuole devolvere un contributo a favore delle popolazioni colpite dal ciclone “IDAI” in Mozambico può utilizzare il seguente conto corrente bancario:
BANCA POPOLARE ETICA – Succursale di Padova
IBAN: IT03 H050 1812 1010 0001 5030 208
Conto intestato a: CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO
CAUSALE: Emergenza Mozambico
Mons. Claudio Dalla Zaunna, Vescovo di Beira, ci scrive: