Nel settembre 2015 i governi di 193 nazioni, compresa l’Italia, hanno sottoscritto l’Agenda 2030, un programma di azione articolato in 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da realizzarsi entro il 2030. “È la prima volta che i leader mondiali si impegnano in uno sforzo e in un’azione comune attraverso un’agenda politica così vasta e universale” si legge nell’Agenda 2030.
A metà strada, temporalmente parlando, tra il 2015 e il 2030, il Sustainable development report, pubblicato lo scorso 21 giugno, fa il punto sui progressi fatti fino ad oggi per capire a che punto ci troviamo. Che dire… c’è ancora tanta, tanta strada da fare.
Persone, prosperità, Pace, Partnership e Pianeta
“La nuova Agenda è una promessa da parte dei leader a tutte le persone in tutto il mondo – ha affermato Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite – È un’Agenda per le persone, per sradicare la povertà in tutte le sue forme, un’Agenda per il Pianeta, la nostra casa“
Sono 17 gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile, individuati dall’ONU nel 2015, che compongono l’Agenda 2030. Obiettivi molto ambiziosi e sicuramente di non facile realizzazione.
Sconfiggere la povertà e la fame nel mondo, assicurare a tutti salute e benessere, istruzione di qualità, raggiungere la parità di genere. Garantire acqua pulita e servizi igienico sanitari, energia pulita e accessibile, lavoro dignitoso e crescita economica. Sostenere imprese, innovazione e infrastrutture, città e comunità sostenibili, modelli di consumo e produzione responsabili. E ancora ridurre le disuguaglianze, favorire consumo e produzione responsabili, lottare contro il cambiamento climatico, tutelare la vita sott’acqua e sulla terra. Promuovere pace, giustizia e istituzioni solide, rafforzare partnership per lo sviluppo sostenibile.
Possiamo ricondurre ogni obiettivo a 5 concetti chiave che stanno alla base dell’Agenda 2030, le cosiddette 5P: Persone, Prosperità, Pace, Partnership e Pianeta. Perseguire uno sviluppo sostenibile, e quindi la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda, significa avere a cuore ognuno di questi 5 aspetti.
L’Agenda 2030 rappresenta una base comune per i diversi paesi che da qui possono partire per cambiare rotta e dare vita, attraverso azioni e scelte concrete, a un mondo diverso, sostenibile. Due aspetti diventano fondamentali e prioritari per arrivare a uno sviluppo sostenibile, equilibrato ed inclusivo: creare un nuovo modello economico circolare e superare le disuguaglianze economiche, ambientali e sociali. È proprio quest’ultimo aspetto, forse, quello più innovativo dell’Agenda 2030.
Dimensione economica, ambientale e sociale per lo sviluppo sostenibile
Garantire un’istruzione di qualità, equa e inclusiva vuol dire anche offrire pari opportunità a donne e uomini, come si legge nel sito di Asvis Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. E ancora, per assicurare salute e benessere, occorre vivere in un Pianeta sano. Un lavoro dignitoso per tutti richiede l’eliminazione delle disuguaglianze.
Questo per dire che, non solo gli obiettivi sono universali, perché rimandano a problemi che accomunano tutte le nazioni, ma soprattutto sono tutti collegati tra loro e fortemente interconnessi. Da questo emergono alcune importanti riflessioni.
Ogni singolo obiettivo non va considerato in maniera indipendente, ma perseguito secondo un approccio sistemico che interessa le tre dimensioni dello sviluppo: la dimensione economica, ambientale e sociale. Solo la crescita integrata di tutte e tre le componenti consentirà il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile.
Tutti i Paesi sono chiamati a contribuire alla sfida per portare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distinzione tra Paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo. Ogni Paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli obiettivi e a rendicontare i propri risultati all’Onu.
Tutte le componenti della società sono coinvolte e interessate, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura: è fondamentale l’impegno di tutti i settori all’interno della società.
“Se hai a cuore il futuro, sii il cambiamento”. Chi pensa di non poter far nulla per cambiare le cose, può dare un’occhiata al documento “170 azioni quotidiane per trasformare il nostro mondo” dove per ogni obiettivo vengono indicate 10 piccole grandi azioni che generano un cambio di passo: tra tutte sicuramente ognuno può trovare qualcosa che fa al caso suo.
La Terra chiede un cambio di rotta immediato
Se nel 2023 ci troviamo più o meno a metà strada del percorso, dal punto di vista del raggiungimento degli obiettivi, a che punto siamo? Secondo il Sustainable development report, la situazione ad oggi si potrebbe riassumere così: siamo seriamente fuori strada su tutti gli obiettivi, anche se nessuno dei goal è irraggiungibile.
Il rapporto pubblicato lo scorso 21 giugno dal Sustainable development solutions network delle Nazioni Unite mette in luce come, nonostante gli sforzi fatti negli ultimi anni, molti governi non siano riusciti a integrare gli obiettivi dell’Agenda nelle politiche nazionali e negli investimenti pubblici. I progressi sono stati lenti e disomogenei. L’SDG index, lo strumento che misura lo stato di avanzamento rispetto al raggiungimento degli obiettivi, ha segnato inizialmente un timido andamento positivo passando dal 64% del 2015 al 66% del 2019, per poi arrestarsi con la pandemia e raggiungere nel 2022 il 67%. È chiaro che continuando di questo passo non riusciremo entro il 2030 a realizzare i progetti contenuti nell’Agenda 2030.
E a questo proposito, questa tabella è sicuramente esplicativa. Si indica: con la linea continua l’andamento attuale, con la riga tratteggiata azzurra il trend riferito al periodo pre-pandemico e infine con la riga tratteggiata verde la direzione necessaria per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. È proprio il caso di dire che ci vorrebbe una svolta immediata, un cambio di rotta importante e deciso… il 2030 non è poi così lontano.
“Se non agiamo ora – ha affermato il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres – l’Agenda 2030 diventerà un epitaffio per un mondo che avrebbe potuto essere”.
A questo proposito, il 18 e 19 settembre 2023 a New York si terrà l’SDG Summit 2023. Capi di Stato e di Governo si riuniranno presso la sede delle Nazioni Unite per seguire e rivedere l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e dei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.
La speranza è che sia l’occasione per riaccendere l’entusiasmo sull’Agenda 2030 e per dare un’accelerazione verso il raggiungimento degli obiettivi, per cominciare a realizzare il mondo che sogniamo.
A cura di Elena Cogo