Mentre qui per noi il Triduo si è concluso il 21 aprile, per la piccola comunità di Robe la Pasqua si è celebrata una settimana dopo, domenica 28 aprile. Ci racconta qualche emozione di questa prima Pasqua in Etiopia don Nicola de Guio: “A voi sembrerà strano questo spostamento di data e questo quasi essere in ritardo … Anche a me per il momento.
Domenica 28 aprile abbiamo celebrato la prima Pasqua insieme alla comunità cristiana di Kokossa. Naturalmente fin dalla Domenica delle Palme ci siamo sentiti coinvolti nella preparazione e nel desiderio di celebrare insieme il mistero del Signore morto e risorto per noi. L’emozione della prima volta (il posto, le persone, la lingua, i canti … ) insieme alla consapevolezza di un Mistero che ci coinvolge, ma anche ci supera abbondantemente, hanno dato a questi giorni un particolare senso di fede.
Domenica 21 aprile (per voi in Italia domenica di Pasqua) abbiamo celebrato la Domenica delle Palme preceduta da una breve processione tra le case del vicinato del luogo dove si incontra la nostra comunità cristiana (uno stanzone che funge da chiesa). Molte persone uscivano dalle case incuriosite a vedere la processione guidata dal catechista che portava la croce, seguita dai fedeli con le palme in mano che cantavano a ritmo di tamburo (e noi un po’ sbigottiti da questa gioiosa manifestazione di fede). E’ stato molto emozionante vedere alcuni uomini e donne saltare in un gesto di danza che si componeva poi in ginocchio nel bisbiglio della preghiera personale nel momento del racconto della morte di Gesù durante la Passione…
Il Mercoledì Santo, per ragioni pastorali dovute alla distanza dalle missioni, abbiamo celebrato la Messa Crismale a Robe, sede della Prefettura; padre Angelo, nostro Prefetto Apostolico, ha consegnato gli oli santi ai sacerdoti missionari nelle comunità cristiane rappresentate anche da qualche fedele e dalle religiose (siamo in 6 sacerdoti e 7 religiose in tutto). Il giovedì siamo poi tornati a Kokossa per iniziare le celebrazioni del Triduo fino alla domenica di Pasqua. Durante tutto il Triduo le celebrazioni sono state svolte nel primo pomeriggio, verso le tre, perché per la gente diventa difficile muoversi nell’oscurità della sera. I ritmi e gli impegni di queste giornate però ci hanno ugualmente permesso di visitare qualche ammalato e alcune delle famiglie della comunità entrando nelle loro capanne costruite con fango o bambù.
La celebrazione del Giovedì Santo è stata partecipata da un piccolo gruppo di fedeli, soprattutto dei giovani della comunità. Il gesto della lavanda dei piedi è stato compiuto da don Stefano e don Nicola per tutte le persone presenti (una ventina in tutto): è stato un momento sentito e che ha molto impressionato probabilmente perché la maggioranza di loro non lo avevano mai visto e nemmeno mai ricevuto. Dopo la celebrazione, abbiamo condiviso un momento di preghiera di fronte al Santissimo riposto su un tavolino preparato appositamente in un angolo della chiesa.
Il venerdì mattina presto abbiamo condiviso la preghiera con qualche giovane che era venuto a pregare prima di andare a scuola; mentre nel pomeriggio abbiamo celebrato la Passione del Signore assieme ad un gruppo ancora non molto numeroso (forse anche a causa del temporale che ha reso difficile gli spostamenti tra i sentieri e le strade fangose).
Anche il sabato di buon mattino abbiamo pregato insieme ai giovani che poi si sono fermati per preparare la celebrazione del pomeriggio ed anche il pranzo della domenica. È stato bello vedere ancora diverse persone impegnate per la propria comunità. Ancora una volta la celebrazione della Veglia Pasquale nei suoi importanti momenti e segni ci ha fatto gustare il Mistero pasquale della Risurrezione di Gesù anche con canti e balli. Questo clima ha dato la giusta carica alle persone del piccolo comitato della comunità e ai giovani che hanno lavorato fino a notte inoltrata per preparare il pranzo per il giorno seguente.
La domenica di Pasqua grande festa! La ormai consueta recita del rosario e delle lodi prima della santa messa ha visto la partecipazione di molte più persone (numerosi anche i bambini) riunite per condividere assieme la grande gioia della Pasqua (qualcuno richiamato anche dalla condivisione del pranzo). Durante la celebrazione è stato svolto anche il rito di ammissione alla Chiesa cattolica di sei giovani provenienti dalla chiesa protestante; sono quelli che stiamo accompagnando con le catechesi di formazione al sabato mattina. Il pranzo offerto a tutti coloro che erano presenti, piccoli e grandi, è stato un segno di questa importante festa cristiana.
È stata una Pasqua che anche qui ci ha emozionato attraverso le sue celebrazioni particolarmente espressive; la gente ha partecipato con rispetto e devozione cogliendo il valore dei gesti nella loro ricchezza di significato. Sentiamo di partecipare così anche noi all’amore di Cristo e alla sua risurrezione in questa nostra comunità cristiana di Kokossa.
Elisabetta Corà e Don Nicola de Guio