Vi riportiamo qui di seguito il testo della lettera di aggiornamento che ci arriva dal Vescovo di Beira in data 26 aprile 2019.
Come Centro missionario diocesano abbiamo già anticipato 10.000 euro a Medici con l’Africa Cuamm e € 10.000 al vescovo Dalla Zaunna come sostegno per le prime necessità.
Carissimi amici, vi salutiamo nella luce e nella gioia di Gesù Risorto. Nel gaudio di questo tempo pasquale camminiamo fiduciosi, in mezzo alle sfide che la realtà provocata dal ciclone Idai ci presenta, affrontando ogni fatica con la certezza che Gesù Risorto è presente e vivo. Lo preghiamo affinché Lui ci renda testimoni di vita nuova e i nostri cuori vivano con Lui in novità di vita nella gioia e nella luce dell’annuncio. In mezzo a tante necessità, da un lato sperimentiamo un certo senso di impotenza, ma dall’altro lato ci sentiamo chiamati a essere portatori di speranza, andando incontro alle persone che hanno perso i suoi cari e i suoi beni e condividendo la fatica di rialzarsi dopo questa grande prova. Grazie a tutti voi carissimi amici perché con il vostro aiuto e le vostre donazioni ci permettete di “seminare” gesti concreti di solidarietà che danno speranza e promuovono vita nuova. La Commissione di Emergenza Ciclonica insieme al Coordinamento Diocesano della Carità e alla Caritas Diocesana continuano a incontrarsi settimanalmente per coordinare gli sforzi e le attività riguardo l’assistenza immediata alle famiglie e la ricostruzione delle infrastrutture.
Aiuto alle familie: dopo un primo tempo nel quale si consegnava una quantità di pacchi alimentari a tutte le parrocchie della città e zone vicine, ora sono le parrocchie stesse che, visitando le varie famiglie, dicono la quantità necessaria dei pacchi alimentari dei quali hanno bisogno per aiutare le persone realmente bisognose. É un modo per educare e responsabilizzare le parrocchie nel farsi carico dei suoi poveri, presentando le liste delle persone che necessitano e che saranno beneficiate con la consegna dei prodotti disponibili. A partire da questa settimana, oltre ai pacchi alimentari si sta distribuendo kits per l’igiene (detersivo, sapone, saponette dentifricio, spazzolini,…). Per alcune famiglie con bambini al di sotto di 2 anni si da un dispositivo per filtrare l’acqua. Sono disponibili alcune tende familiari (50-60) che saranno date a quelle familie la cui casa e crollata completamente. Tali tende saranno montate in loco con la collaborazione di un gruppo di giovani scout.
Ricostruzione delle infrastrutture: sono state contattate alcune imprese per poter avviare i lavori di ricostruzione. Si è deciso di cominciare con le scuole, inizialmente quattro: Scuola attigua alla Parrocchia di Macuti, Scuola Santi Innocenti – Manga, scuola di Munhava e Scuola della Sacra Familia. Si è in attesa del preventivo di costo di ogni scuola. Tutto questo processo incontra la grande difficoltà della mancanza di materiali, soprattutto le lamiere per coprire i tetti. I rifornimenti di materiale edile per ora arrivano solo dall’interno del Mozambico, quelli provenienti dalla Cina ancora non sono arrivati. L’UNICEF in collaborazione con il Governo Mozambicano sta studiando la possibilità di un “protocollo di costruzione” delle scuole più resistente e specifico nel caso di eventuali altri cicloni.
La Caritas Diocesana continua a dare assistenza alle zone più distanti e dove gli aiuti arrivano con maggiore difficoltà o ancora non sono arrivati. Hanno consegnato prodotti alimentari e di prima necessità nelle zone di Tica e Chibabava e anche nelle parrocchie Barada, Munhava e Inhamizua. Stanno disponendo teli grandi plasticati alle parrocchie che hanno bisogno. Varie cappelle delle comunità sono state distrutte quindi i teli plasticati servono per creare spazi dove i fedeli potersi riunire e pregare.
Un’altra sfida è la vita quotidiana e la convivenza nei centri di accoglienza delle persone rimaste senza tetto. Riportiamo in seguito l’esperienza di uno di questi centri e precisamente quello situato negli spazi della Parrocchia São Pedro Claver, secondo la testimonianza dataci dal parroco don Giuseppe. Le famiglie che si incontrano in questo centro di accoglienza provengono da varie zone della Parrocchia: Pavoa, Matadouro, Mucassa, Chamba e anche della zona di Munhava. Sono famiglie che hanno alle spalle una storia di occupazione, non è la prima volta che occupano la scuola media della zona Matadouro. Sembra essere una tecnica per ricevere aiuti. Tutto è iniziato quando un professore della scuola si è rivolto al consiglio parrocchiale della parrocchia São Pedro Claver chiedendo se era possibile accogliere queste famiglie per liberare la scuola e iniziare le lezioni. Si è aperto il dialogo e, dopo una primo momento di resistenza, la parrocchia ha deciso di accogliere le famiglie. Inizialmente il campo ospitava 150 persone, poi sono aumentate fino a 250, in un secondo momento sono diminuite fino a 112 persone per poi stabilizzarsi in un numero di 180 persone. La convivenza nel campo non è sempre facile, non c’è privacy, a volte le persone si rubano le cose, è difficile il rispetto dell’altro. Varie organizzazioni intervengono nella gestione del centro: l’Istituto di Gestione delle Calamità che si occupa dell’organizzazione del Centro, l’Istituto di Immigrazione che fornisce i profotti di prima necessità, la Croce Rossa Spagnola che gestisce l’aspetto dell’acqua e dei bagni, i Medici senza Frontiere per la parte medica e di salute e altre Associazioni che seguono l’aspetto educativo e di animazione dei bambini. Per la Parrocchia questa è stata un’esperienza interessante, ha creato alcuni lavori occasionali per 10-15 persone della parroccia e, inoltre è stata una opportunità per uscire dal proprio recinto ecclesiale e aprire gli occhi verso un orizzonte più ampio e crescere nell’aspetto della solidarietà.
Commissione di Emergenza Ciclonica
Beira, 26 di Aprile 2019