La testimonianza che ci ha scritto uno dei seminaristi del GAMIS (il Gruppo di Animazione Missionaria in Seminario) che lo scorso 8 marzo è venuto ad incontrare l’Ufficio Missionario.
Come seminaristi ci prepariamo a diventare sacerdoti della Chiesa, una Chiesa che ha il volto non solo di Padova, ma quello di tutta la Chiesa universale. Per questo serve coltivare una dimensione spirituale e pastorale del prete che è necessariamente missionaria, non solo per una nostra personale sensibilità o attitudine, ma perché è Cristo stesso che ci chiama nel Vangelo a portare la Buona Notizia a tutte le genti.
A tenere viva questa sensibilità all’interno del seminario è il GAMIS, Gruppo di Animazione Missionaria, ossia un gruppo di seminaristi che concretamente si prende a cuore questa dimensione fornendo anche agli altri compagni delle opportunità di carità, di preghiera o culturali nell’ambito delle missioni.
Quest’anno varie sono state le iniziative. Si va da proposte di preghiera comunitarie o personali, come l’impegno di adottare nella preghiera per tutto l’anno un missionario fidei donum, alla raccolta di offerte da destinare alle missioni, all’incontro e al confronto con alcuni missionari o sacerdoti stranieri.
È con questa consapevolezza che quest’anno ci è sembrato importante conoscere più da vicino il Centro Missionario della nostra diocesi, che rappresenta il ponte concreto tra le realtà missionarie padovane sparse nel mondo e le nostre comunità. Il desiderio di rafforzare questo legame trova la sua spinta da due eventi particolari che hanno interessato noi seminaristi: il Convegno Missionario nazionale dei seminaristi, che lo scorso anno si è svolto a Padova e che ci ha visti collaborare fianco a fianco proprio con il Centro Missionario nella sua organizzazione e realizzazione, e la partenza all’inizio di quest’anno del nostro educatore don Stefano Ferraretto come fidei donum nella neonata missione in Etiopia. In quest’ultima occasione ci siamo impegnati ancora di più come seminario, anche di fronte a don Stefano, di tenere viva la preghiera per le missioni e di alimentare la dimensione missionaria nella nostra formazione in vista del sacerdozio.
La visita al Centro Missionario ci ha permesso di conoscere meglio le cinque missioni della diocesi di Padova, in particolare la loro storia e le loro specificità, in termini sia di progetti avviati che di tratti religiosi e culturali delle popolazioni che abitano quei territori. Prendere atto che la nostra diocesi è una delle realtà italiane che per prima ha avviato progetti di missione con preti fidei donum ci rende orgogliosi e come futuri preti ci consegna la responsabilità di tenere vivo lo spirito missionario in noi, oggi tra i nostri coetanei e domani nelle comunità che saremo chiamati a servire. Senza dimenticare che, come preti della Chiesa universale, potremmo un giorno essere chiamati ad annunciare il Vangelo proprio in una di queste missioni. Una disponibilità, questa, che non si può improvvisare, ma che va coltivata e maturata con pazienza, anche in questi anni di formazione in seminario.
Altrettanto significativo il lavoro che il Centro svolge nel contatto con i vari gruppi missionari sparsi nelle nostre comunità, in termini di formazione e animazione, e decisiva la scelta di investire in una pastorale integrata che cerca e promuove la collaborazione con altri uffici diocesani e istituti missionari. Quest’ultimo aspetto ci è sembrato un bell’esempio di Chiesa che cammina insieme, condividendo risorse e obiettivi, per favorire un cammino delle nostre comunità che sia il più possibile integrato e centrato sull’unico Vangelo. Per questo mettiamo in cantiere per il futuro di conoscere e fare visita anche ad altre realtà che hanno a cuore la dimensione missionaria e caritativa, come ad esempio il CUAMM o la Caritas diocesana.
Rimane da questa visita la consapevolezza che sarebbe riduttivo considerare la missione solo una strategia o un progetto pastorale. È uno stile da assumere, che non serve però inventare da zero, ma è già lo stile in se stesso del discepolo che decide di seguire Gesù, vivendo e annunciando il Vangelo.
Cristiano Vanin (seminarista)
8 marzo 2019