Andrea Segre, 41 anni, è un regista di cinema documentario e di finzione, impegnato nella solidarietà internazionale. Da sempre lavora a opere sulla marginalità di etnie, popoli e culture. In questi mesi ha presentato il suo nuovo film «L’ordine delle cose», sulle condizioni esistenziali di chi migra e di chi, coinvolto dal fenomeno, si trova a mettere in crisi ‘l’ordine delle cose’. Il film prova a cambiare il modo di pensare il fenomeno delle migrazioni, mettendo l’umanità al primo posto. Le riprese sono state girate prima dei recenti accordi internazionali tra Roma e Tripoli per il controllo dei migranti che coinvolgono anche la Guardia Costiera libica. La rivista “Solidarietà internazionale“ lo ha incontrato lo scorso 2 ottobre nell’ambito del festival di Internazionale a Ferrara, subito dopo la proiezione lasciando questa intervista.