Se fare volontariato non rendesse felici, non si spiegherebbe perché in un anno, solo in Italia, si dedicano a quest’attività circa 126 milioni di ore. Un numero strabiliante, considerando che è tempo completamente regalato al prossimo. Quali le motivazioni? Difficile definirle. Certamente per una buona fetta dei sei milioni di donne e uomini che dedicano il loro tempo a chi ha bisogno, uno dei motori propulsivi verso l’altro sta nella fede religiosa. Sono molti, infatti, i volontari che affermano di donare tempo, energie, risorse al prossimo perché così sentono di essere discepoli di Gesù, di mettere in pratica i suoi insegnamenti, di farsi suoi missionari nel proprio ambiente di vita quotidiana o, in alcuni casi, nel Sud del mondo. Ma c’è anche chi diventa “volontario per caso”, solo perché l’azienda dove lavora invia una e-mail a tutti i dipendenti, cercando qualcuno pronto a partire per una ventina di giorni alla volta del Camerun, per esempio, per constatare di persona i risultati ottenuti da una missione di solidarietà cristiana aiutata dalla stessa azienda. Ed ecco che un’esperienza di volontariato una tantum si rivela stravolgente e trasforma la vita.