P. Giovanni Didonè, martire e beato

Anche una delegazione della nostra diocesi ha partecipato domenica 18 agosto alla beatificazione a Uvira nella RD del Congo, di tre religiosi della Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni Estere e di un sacerdote diocesano uccisi il 28 novembre 1964 nel contesto di tensioni politiche e sociali, lotte di potere e guerre tribali che hanno caratterizzato la terra congolese dopo l’indipendenza dal dominio belga. Avevano deciso di restare, nonostante fossero in pericolo di vita, per continuare a portare il Vangelo tra la gente. Tra questi martiri anche p. Giovanni Didonè*, nato a Cusinati ma trasferitosi da bambino con la sua famiglia a Cà Onorai, frazione di Cittadella e diocesi di Padova.

Oltre a p. Giovanni, sono stati trucidati p. Vittorio Faccin vicentino di Villaverla (VI), padre Luigi Carrara di origine bergamasca e il sacerdote diocesano congolese, Albert Joubert. La celebrazione è stata presieduta dal Cardinal Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa. Oltre a quella padovana, erano presenti una delegazione vicentina con il vescovo Brugnotto, di Bergamo e anche dalla diocesi di Modena-Nonantola, dove la famiglia Faccin migrò da Villaverla.

La beatificazione è stata un momento molto importante per la Chiesa congolese, non solo per quella cattolica: il martirio di un prete congolese con tre religiosi europei è infatti percepito come qualcosa di molto forte. I 30 italiani provenienti dalle diverse diocesi sono stati sentiti come eredi dei martiri, la cui beatificazione è avvertita come una Grazia ed una sfida insieme, perché la santità è un cammino per tutti

Sono convinto che il sangue dei nostri beati martiri ci otterrà il dono della pace“, le parole del cardinal Besungu durante l’omelia. Dal porporato anche un appello alla pace: “Basta con le violenze! Basta con le barbarie! Basta con le uccisioni e le morti” sul suolo congolese, “le violenze e le guerre sono frutto della stoltezza“. Per l’arcivescovo di Kinshasa “sono condotte da persone che si allontanano dal cammino dell’intelligenza, da gente insensata, che non ha né timore di Dio né rispetto per l’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio“. “Dio non ama le guerre. Dio non ama le violenze. Dio non ama i conflitti. Poiché i conflitti armati avviliscono l’uomo e lo privano della dignità di figlio di Dio. Le violenze, i conflitti e le guerre sono opera del diavolo e dei suoi accoliti che seminano desolazione e morte” (Agenzia Fides).

Parole simili sono state dette all’Angelus anche da Papa Francesco che ha ricordato così i nuovi beati: “Il loro martirio è stato il coronamento di una vita spesa per il Signore e per i fratelli. Il loro esempio e la loro intercessione possano favorire percorsi di riconciliazione e di pace per il bene del popolo congolese“.


* Giovanni Didonè è nato a Rosà (Vi) il 18 marzo 1930. Entrò nell’Istituto dei Missionari Saveriani nel 1950. L’anno dopo emise i voti temporanei e quelli perpetui il 5 novembre 1954. Ordinato presbitero il 9 novembre 1958, l’anno successivo fu inviato a Fizi (Repubblica Democratica del Congo) dove venne ucciso a 34 anni. In Africa si distinse per il suo servizio instancabile e per l’amore per i più bisognosi. Divenne un pilastro di sostegno e guida spirituale per molti.
La famiglia di padre Didonè è originaria di Cusinati di Rosà, ma quando Giovanni aveva 11 anni si spostò di quache chilometro di distanza, a Ca’ Onorai, frazione di Cittadella

Foto in copertina di Vatican news (18 agosto 2024) da sinistra fratel Faccin, padre Carrara, padre Joubert e padre Didonè