Sono oltre 365 milioni i cristiani nel mondo che subiscono, a vario titolo e con varie modalità, persecuzione per la loro fede. Un fenomeno che riguarda un cristiano su sette e che diventa uno su cinque in Africa e due su cinque in Asia.
Ad illustrare questa situazione sono i dati contenuti nel rapporto “World Watch List 2024”, (LEGGILO QUI) redatto da Open Doors e presentato alla Camera dei Deputati. «Quello che emerge», dice Cristian Nani, direttore di Open Doors. «è che in 31 anni di ricerca registriamo un costante aumento della persecuzione anticristiana in termini assoluti. Il 2023 è stato un anno record». La World Watch List è realizzata ogni anno svolgendo ricerca sul campo grazie a numerose reti locali, coinvolgendo ricercatori, esperti e analisti, «per un totale di circa 4mila persona coinvolte». Sono circa 100 i Paesi potenzialmente interessati dal fenomeno della persecuzione, e su questi Oper Doors stila una lista di 50 che rappresentano le situazioni più preoccupanti di persecuzione e discriminazione nei confronti dei cristiani appartenenti a tutte le denominazioni e confessioni.
In cima alla lista rimane dal 2002 la Corea del Nord, dove è impossibile vivere la fede cristiana. Seguono Somalia, Libia, Eritrea e Yemen, paesi dove, cristiana va vissuta nel segreto e, se scoperti, i cristiani – soprattutto quelli convertiti – rischiano la morte». La Nigeria è al sesto posto e detiene il record di cristiani uccisi a causa della violenza jihadista: sono 4.118 sui 4.998 totali nel mondo. In Nigeria c’è stato anche il numero più alto di rapimenti di cristiani, 3.300 sui 3.906 globali, e tutta la fascia del Sahel (Niger, Mali, Burkina Faso, Ciad) è considerata difficile per la vita dei cristiani a causa dei gruppi islamisti.
Il Pakistan – paese islamico dove la vita dei cristiani è molto difficile con continue denunce e arresti per presunto proselitismo – si trova al settimo posto ed è il secondo per le violenze contro i cristiani. Sale all’ottavo posto dal decimo il Sudan, seguito dall’Iran. Decimo posto per l’Afghanistan, dove la violenza sui cristiani è calata dopo le persecuzioni degli anni precedenti solo perché molte comunità sono fuggite e hanno lasciato il paese. “La vita dei cristiani non è ora più sicura”, si legge, “ma semplicemente i talebani hanno smesso di cercarli”.
L’India – undicesimo in classifica – è lo Stato con il maggior numero di cristiani arrestati – 2.332 su 4.125, seguito da Eritrea (400), Cuba (75) e Nicaragua (60). Il Paese centroamericano, spiega Nani, «è salito fino alla trentesima posizione a causa del governo Ortega che limita la vita dei cristiani in questo Paese», lo testimoniano anche gli arresti di vescovi e sacerdoti. Sull’India, aggiunge il rapporto, c’è una grossa preoccupazione in vista delle prossime elezioni, che potrebbero
esacerbare il clima e il conflitto tra le confessioni religiose. Tra i nuovi Paesi in cui la persecuzione ha raggiunto il livello “estremo” ci sono la Siria e l’Arabia Saudita. Fra gli altri dati emersi globalmente ci sono anche 14.766 attacchi alle Chiese e ai luoghi di culto mentre sono decine di migliaia le aggressioni personali e alle attività economiche condotte da cristiani.
Articolo tratto da NotiCum n. 2/2024