Domenica 13 marzo il gruppo del cammino formativo Viaggiare per Condividere, ha incontrato e ascoltato don Nandino Capovilla, parroco alla Cita di Mestre, volto di Pax Christi e viaggiatore tra Guatemala e Palestina.
Durante l’incontro, i partecipanti hanno redatto un manifesto di impegno per il proprio viaggio. Vuole essere uno stile da condividere lungo la strada verso le missioni:
LEGGERE le proprie emozioni e il contesto
- Conoscere se stessi, capirsi, accettarsi.
 - Leggere l’altro con la lente d’ingrandimento, per andare in profondità.
 - Scoprire perché ci relazioniamo in maniera diversa in base al contesto.
 
MEDITARE cioè rielaborare e studiare quanto accade
- Meditare per andare oltre l’apparenza.
 - Cercare di porsi sullo stesso livello dell’altro. Non dall’alto in basso.
 - Incontrare l’altro è fare esperienza di una “non esperienza”. Non avere la pretesa di poter dire una parola definitiva sulla vita dell’altro.
 
CONTEMPLARE gli altri e la natura per non chiuderci in noi stessi
- Stare in silenzio per notare meglio atteggiamenti e parole dell’altro ponendo attenzione e tempo all’altro non contandolo fermandosi per scoprire l’universo dell’altro.
 - Illuminare la realtà partendo dall’interiorità personale decentrandosi e mettendosi nei panni dell’altra persona.
 - Andare oltre al muro che è il nostro punto di vista per scoprire e vedere tutto quello che c’è oltre lasciando indietro il pregiudizio.
 
AGIRE per essere generativi
- Stare con l’altro e in contatto con l’altro nella vicinanza, in semplicità e genuinamente senza avere pretese.
 - Ascoltare attivamente e agire nella concretezza, con la consapevolezza che grazie all’incontro, anche se sbaglio strada, posso aggiustarla.
 - Essere disposti e disponibili a lasciarsi spogliare dalle proprie idee di partenza, senza essere testardi e stagnanti nei propri ideali.
 
Don Nandino ha aggiunto altro materiale nello zaino della giornata, altre regole per avere ordine nella valigia. Ricordiamoci che…
- Il punto di partenza è il punto di arrivo, è l’altro nella mia dimensione quotidiana, è lo sguardo verso la mia città e le mie relazioni.
 - Bisogna s-collocarsi verso la periferia per andare verso nuovi punti di vista: perdere l’equilibrio ci fa bene!
 - Vogliamo puntare alto / altius tendo / excelsior: ci vuole immaginazione e capacità di sognare nuovi orizzonti.
 - Serve custodire in un quaderno il nostro viaggio e il nostro sguardo verso chi è shefal ruah: gli abbattuti dal vento, gli schiacciati che non sono vinti
 - Bisogna programmare il ritorno per non tacere le ingiustizie che vedremo. Avremo bisogno di trasformarci in poeti sociali
 - Desideriamo intendere il Vangelo come lettura dell’attualità.
 
Dopo una giornata così, il bagaglio sembra colmo.

