La situazione sanitaria in Manaus è molto preoccupante e grave. Uno degli slogan che più circolano nelle reti sociali, dice: “Manaus ha bisogno di respirare”.
Infatti gli ospedali stanno soffrendo una carenza di ossigeno destinato ai pazienti. Questo dovuto sia all’innalzamento strepitoso dei ricoveri per COVID19 (in questi ultimi giorni sono stati dichiarati più di 200 morti al giorno, quando la media prima della pandemia era di 30-40), sia dovuto a una situazione endemica di corruzione. Molte delle nostre famiglie hanno parenti a Manaus e ci raccontano che sono molte le lacrime piante per la perdita di uno o più membri.
Noi missionari ci troviamo nello stato di Roraima, a nord di Manaus, e stiamo in buona salute. La diffusione del virus è entrata in quella che è chiamata “seconda ondata” e il nostro governatore sta provvedendo all’acquisto del vaccino di origine brasiliana per immunizzare la popolazione e pare che domani (19 gennaio) cominci la campagna di vaccinazione per le persone considerate più a rischio.
Nella nostra città di Caracaraí, la sindaco ha inviato oggi un decreto, dove dichiara che le scuole rimarranno chiuse per lo meno per i prossimi 30 giorni e che i bar devono chiudere alla sera entro le ore 23.
In questo momento abbiamo ancora più chiara la percezione della fragilità a cui la nostra gente è esposta sia per la contaminazione del virus, sia per un uso della politica che non si interessa con l’ossigeno dell’Amazzonia.
“Signore, ascolta con compassione le nostre preghiere per i nostri fratelli e sorelle ammalati”. È una riga della preghiera con la quale la Diocesi di Roraima, chiede ai suoi fedeli di unirsi in una catena di suppliche per tutti gli ammalati e per padre Paulo (uno dei 10 padri della diocesi) che da 5 giorni si trova intubato. E questa preghiera vogliamo condividere con voi e per il popolo italiano.
Um grande abraço!!!
Pe. Luigi Turato, Pe. Orazio Zecchin, Pe. Benedetto Zampieri, Pe. Lucio Nicoletto