“Evaristo ci insegna e ricorda con umiltà e tenacia, con tutta la sua vita, di lavorare uniti, che la carità va pagata ad ogni prezzo e che ciò che conta è essere trovati fedeli, pronti in ogni momento per rispondere alla Voce che ci chiama”.
Con queste parole profetiche, il direttore dell’ufficio missionario di allora, don Ruggero Ruvoletto, introduceva una pubblicazione che raccoglie alcune testimonianze su don Evaristo, missionario fidei donum in Ecuador morto il 30 marzo 1999 travolto da un fiume in piena mentre era in visita ad alcune comunità dell’entroterra. A 25 anni esatti dalla morte vogliamo ricordarlo con una S. Messa che sarà celebrata sabato 20 aprile alle ore 18.00 nella chiesa di Valnogaredo, suo paese natale.
Alla messa sarà presente la comunità di origine e i famigliari di don Evaristo e sono particolarmente invitati i sacerdoti, laici, religiosi/e che sono stati missionari/e in Ecuador e quanti hanno apprezzato e conosciuto direttamente o indirettamente le qualità e umane e spirituali di questo annunciatore del Vangelo.
Per chi desidera è a disposizione in Centro missionario diocesano un fascicoletto dove sono raccolte altre testimonianze su don Evaristo e la sua missione.
Breve profillo biografico di don Evaristo Mercurio:
Nato il 14 ottobre del 1943 a Valnogaredo (PD), ordinato presbitero l’1 aprile 1967, svolse il suo ministero pastorale come cappellano a Legnaro, Albignasego e a Chiesanuova, poi come parroco a S. Luca di Tribano e per alcuni mesi anche a Olmo di Bagnoli.
In Ecuador arrivò in settembre del 1990, si inserì subito molto bene, svolgendo un ministero intenso come parroco della parrocchia di Cristo Re e in pari tempo come professore del Seminario di Tulcán. Nel 1999 si è trasferito nella diocesi di Esmeraldas, nella costa del pacifico, facendosi subito apprezzare moltissimo per la sua umanità e per le sue doti pastorali, al punto che il vescovo gli affidò prontamente incarichi importanti e delicati oltre a quelli parrocchiali.
Era infatti anche insegnante alla locale Università Cattolica, membro del Consiglio presbiterale, coordinatore dei presbiteri della città e direttore spirituale della Legione di Maria di tutta la Provincia.
Per questo la sua morte ha toccato profondamente tutti i confratelli e sorelle missionarie, ma anche tutte le comunità dove don Evaristo ha svolto il suo apprezzato ministero.
Chi ha conosciuto don Evaristo ne ha riportato l’immagine di una persona dal cuore profondamente buono, dall’animo mite, sereno, trasparente, generoso nel dono di se, sempre disponibile al servizio pastorale che gli era richiesto, preciso e responsabile nello svolgere i compiti affidatigli.
Estratto dal libro: “Ecuador e Padova. Un cammino condiviso”
Don Evaristo Mercurio aveva quasi 47 anni di età, 23 di esperienza pastorale come cappellano e parroco, quando partì per l’Ecuador nel settembre 1990. Operò per diversi anni a Tulcán, la diocesi più settentrionale del Paese, dove i padovani lavoravano nel seminario. Il prete di Valnogaredo ha collaborato alla conduzione del seminario diocesano, in cui insegnava liturgia pastorale, latino e diritto parrocchiale, ed è stato parroco di Cristo Rey: questa comunità parrocchiale fungeva da “palestra pastorale” per il seminario e comprendeva una decina di piccole comunità, alcune delle quali si inerpicavano fino a 3500 metri di altitudine. Qui don Mercurio ha costruito la chiesa di Nuestra Señora del Cisne e ha completato varie cappelle.
Quando la parrocchia fu riconsegnata al clero locale, nel luglio del 1997, don Evaristo accettò di trasferirsi a Esmeraldas, nella nascente parrocchia di Santa Teresita: un bel salto di quota e di mentalità, dall’alta montagna alla costa del Pacifico, dagli indios andini agli afroecuadoriani. In entrambe le zone comunque la pastorale prevedeva visite periodiche alle comunità più isolate, i recintos, dove il sacerdote si recava a fare catechesi, con l’aiuto di animatori laici, e a celebrare la messa.
Don Evaristo si integrò pienamente nella nuova realtà, al punto che il vescovo di Esmeraldas gli affidò, oltre all’apostolato in parrocchia, anche gli incarichi di insegnante all’Università Cattolica, coordinatore dei presbiteri e direttore spirituale della Legione di Maria; era anche membro del consiglio presbiterale.
Quasi due anni dopo il suo arrivo a Esmeraldas, quando ormai si approssimava la data del rientro in Italia, accadde la tragedia. Martedì 30 marzo 1999, in vista della Settimana santa, don Evaristo partì con due volontari per raggiungere due piccole comunità collocate lungo il rio Tabiazo. Don Daniele Favarin li accompagnò fin dove arrivava l’auto; da lì il gruppo proseguì a piedi fino a Tabiazo e poi fino a Chontaduro, distante sei ore di marcia. Il sentiero attraversava alcune volte il fiume, ma in quel momento il guado era agevole, perché non c’era molta acqua.
Alla fine della messa, alle 14.30, don Mercurio partì da Chontaduro per giungere fin dove, secondo gli accordi, l’attendeva don Daniele con l’automobile. Avrebbe potuto restare, ma gli dispiaceva far aspettare invano. A un certo punto scoppiò una tempesta improvvisa di vento e pioggia che causò una piena irruenta del fiume. Don Evaristo non giunse mai all’appuntamento: sarà rinvenuto il giorno dopo sulla sponda del corso d’acqua, annegato.
Di lui rimane indelebile il ricordo della generosità sorridente e accogliente, della fedeltà alla sua gente che non voleva deludere, neanche con un ritardo di poche ore.