Siamo alla fine di un percorso. Un percorso bellissimo, che ci ha portati a scoprire noi stessi imparando a conoscere l’altro. Finalmente siamo arrivati al punto in cui dobbiamo fare una scelta importante, che per l’esperienza che vivremo, caratterizzerà poi il seguito delle nostre vite.
Siamo i giovani del gruppo Ecuador del percorso Viaggiare per Condividere della diocesi di Padova, ognuno ha iniziato il percorso con il proprio sogno, chi il sogno di trovare un senso alla propria vita, chi il sogno di trovare nuovi occhi per viaggiare, ma alla base di ogni sogno c’era e c’è il desiderio di incontrare l’Altro attraverso le persone che, anche se ci saranno vicine fisicamente per poco tempo, abbiamo la certezza che saranno dentro di noi per tutta la nostra vita.
Quest’anno a causa del virus e della conseguente pandemia siamo chiamati, non a rinunciare al nostro sogno, ma ad imparare il tempo dell’attesa.
Con grande fortuna e stupore abbiamo avuto la possibilità di incontrare, in maniera telematica, i nostri compagni di viaggio, i nostri educatori e i missionari che abitano la comunità di Duran nella periferia di Guayaquil, diocesi di S. Jacinto De Yaguachi dove avremmo dovuto vivere il nostro tempo di missione.
Durante l’incontro abbiamo potuto ascoltare, dalle parole di Don Mattia, Don Saverio, Francesca e Alessandro, le difficoltà che stanno vivendo in questo tempo di quarantena, le difficoltà di chi ha fatto della missione una vita e dell’incontro il modo di vivere la vita.
Ci ritroviamo in un tempo, dove per essere a servizio dell’altro, siamo chiamati a restare dentro casa, quando invece vorremmo essere fuori, per le strade a dare un sostegno.
Essere bloccati da un fattore più grande di noi rende questa sospensione ancora più difficile da accettare. Non vogliamo però vivere questo tempo lasciandoci trasportare da sentimenti di tristezza o rinuncia, ma vogliamo accettare il tempo dell’attesa e provare a viverlo con amore e per Amore perché: che cos’è il tempo dell’attesa se non il linguaggio dell’amore?
Come Pietro, dopo la Lavanda dei Piedi, stiamo sperimentando un sentimento di disorientamento. Possiamo ora, affidarci solo alle parole che Gesù dice a Pietro: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo»..
Facciamo quindi, con fiducia, tesoro di questo tempo per conoscere meglio noi stessi, per imparare una lingua che useremo per comunicare, per conoscere ancora di più il nostro gruppo e fare un ulteriore percorso insieme. Cerchiamo di stare dentro questo tempo perché solo restando dentro, solo vivendo questa situazione potremo imparare a riadattarci ma soprattutto imparare a riascoltarci, come donne, come uomini, come famiglia, come comunità ma soprattutto come esseri umani che vivono per e con un Amore più grande.
Possiamo dire che trovare un senso, una spiegazione a tutto questo non è semplice, soprattutto dopo aver sentito il dispiacere dei missionari nel non poterci accogliere e nel non poter condividere con noi un pezzo della loro vita, della loro quotidianità. Siamo però certi che un senso ci sia. Un senso che forse, oggi, non siamo pronti per capirlo, per accoglierlo o forse, semplicemente, riusciremo a comprenderlo solo al compimento di questo nostro viaggio. Viaggio che non finirà perché per noi, sarà solo i principio di una nuova vita.
“Adesso è arrivato il momento di muoversi, muoversi partendo dal cuore”. Parole di una saggia donna indigena dell’Ecuador.
Nicholas F. & Mariasole B.