«Mamma, papà… questa estate andrò nelle Filippine!»
Mi chiamo Giovanni, ho 25 anni e questa estate non andrò nelle Filippine.
Ma partiamo dal principio: insieme ad una trentina di giovani della diocesi seguivo un cammino per chi ha nel cuore il desiderio dell’esperienza missionaria. Quest’anno, però, resterà solo nel cuore.
Mi chiedo, allora, perché Dio mi abbia inviato in quel percorso… proprio ora!
Prendo come spunto il Vangelo della domenica Pentecoste: apostoli timorosi, Gesù entra a porte chiuse, tutti felici, dono dello Spirito e invio missionario. Invio missionario!? Io non ho visto l’autocertificazione che permetteva l’uscita per “amore di Cristo”. Tantomeno oltreoceano!
Quell’autocertificazione, in effetti, non c’è. Non c’è perché nella Pentecoste Gesù non invia nelle Filippine, non invia in Togo, in Equador. Gesù mi invia ad amare. Dove, solo lui lo sa.
In questa estate ha voluto ricordarmi, come non mai, che la mia vita è in mano Sua (in modo un po’ brusco, se posso permettermi).
Spesso sono stato tentato di vivere questo periodo “in attesa di…”, rimandando tutto al post-quarantena, aspettando che tutti torni “alla normalità”.
Ma non voglio vivere questo periodo solo come una parentesi, come una più o meno lunga apnea in attesa di tornare a respirare. Io voglio vivere, voglio abitare i 2 km di spostamento dal domicilio, voglio che Dio sia anche nella quarantena. Anzi, chiedo a Dio che sia anche nella quarantena! Che Dio sia anche in questa estate, in cui sognavo le centinaia di isole delle Filippine e che passerò tra le centinaia di persone che servirò ai tavoli di un piccolo ristorante.
La mia missione cambia, il percorso acquista un nuovo significato. Il dono dello Spirito resta, anche l’invio missionario. Diminuiscono i chilometri, ma il mio essere cristiano non deve cambiare.
Come, ancora non lo so. Il cambio di programma mi ha spaesato e resta in me il dubbio su cosa fare.
Questo è il mio stato. Mi sento spaesato. Avevo un grosso progetto che dovrò rimandare. Chiedo a Dio cosa desidera da me e prego di poter restargli fedele anche quando cambia i miei progetti.
Il desiderio, in conclusione, non resta solo nel cuore. La missione non è rimandata. Cristo non mi aspetta nelle Filippine, non per ora almeno. Dio mi aspetta qui, a Padova, nella mia normalità. Che forse, dopo aver conosciuto un po’ meglio le missioni, tanto banale non è. Forse, forse, anche qui lo Spirito ha ancora qualcosa da dire… attraverso me.
Giovanni Z.